Gilardino a Orientamenti: «Sono motivato, Genoa passo importante in carriera»

Il tecnico: «Nelle giovanili serve essere una guida emotiva, psicologica e anche un insegnante di tattica, tecnica, regole e obiettivi»

Giuffra Gilardino Genoa
La calciatrice del Genoa Women Alessia Giuffra e mister Alberto Gilardino (foto di Genoa CFC Tanopress)

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In occasione di “Orientamenti 2022”, la 27ª edizione del salone nazionale dell’educazione e della formazione organizzata ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova, il tecnico della Primavera del Genoa Alberto Gilardino ha affrontato temi trasversali. A cominciare dalle esperienze personali vissute da giovane calciatore: «Uscii di casa a 14 anni per giocare nel Piacenza: fin da subito capii che avere delle responsabilità da gestire in prima persona mi avrebbe fatto crescere più velocemente rispetto ai miei coetanei. Esordii in Serie A il 6 gennaio 2000, non avrei mai pensato di fare una carriera simile ma sicuramente ci credevo».

Il campione del Mondo 2006, l’attaccante che per primo scardinò il Westfalenstadion di Dortmund che per i tedeschi era il “Bundesbunker”, torna sulle caratteristiche che deve avere un giovane: «Conta la passione, l’umiltà e la disposizione al sacrificio. La fortuna è una componente ma il talento va coltivato nella quotidianità degli allenamenti e nella dedizione al lavoro. In tal senso nel settore giovanile del Genoa cerchiamo di dare una forte impronta. Fare l’allenatore giovanile è un ruolo complicato perché serve essere una guida emotiva, psicologica e anche un insegnante di tattica, tecnica, regole e obiettivi: mi piace costruire un legame forte con i giocatori per stimolarli e farli crescere. Personalmente sono motivato e ho ambizioni, il Genoa è un passo importante della mia carriera».

«Denaro? Non lo nego, è importante, ma lo è anche la felicità che ti può dare il calcio. Se avessi guardato ai soldi non avrei mai intrapreso la carriera da allenatore al Rezzato, in provincia di Brescia, e poi alla Pro Vercelli – spiega Gilardino – ho badato alla voglia di fare un altro mestiere, mettermi alla prova e cercare di uscire dalla zona di comfort. Una solida base di famiglia è fondamentale per dare equilibrio».

«Procuratori ne ho avuti tanti… Fanno girare l’economia del calcio. Mi piace ricordare il dottor Boneto, che ora non c’è più: mi portò dalle giovanili del Piacenza al Milan. Adesso in molti si lanciano in questo ruolo» punge Gilardino.

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