Gilardino a Bari ha compiuto la sua rivoluzione del Genoa

Si spera che la splendida vittoria non resti un caso isolato, ma l’inizio di una marcia trionfale

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Mille chilometri di speranza. Mille chilometri di gioia infinita. Mille chilometri di commozione: è accaduto quando tutta la squadra degli “eroi del Sud” si sono gettati tutti insieme verso il settore dei 344 eroi arrivati dal Nord. Si è capito che il Genoa è tornato ancor più forte nel cuore dei tifosi. Un Genoa, tornato ad essere il vecchio Grifone che combatte, dopo periodi di freddezza, di indifferenza e anche un po’ di presunzione tipicamente tedesca, eccetto la “genovesità” che torna, così come la voglia di vincere.
Non parliamo di Gilardino (“eroe” anche lui e speriamo che finisca quel ridicolo “ad interim”) che in tre settimane ha capito molto e soprattutto cosa significa giocare con cuore, giocare con dentro la consapevolezza di essere superiori a chiunque. Ma parliamo dei giocatori: tutti, nessuno escluso, ve li ricordate colpiti da confusioni terribili, assenti nel gioco, quasi scomparsi dal punto di vista psicologico.
Si spera, naturalmente, che questa splendida vittoria colta a Bari non sia un incidente di percorso al contrario, ma costituisca la svolta non tanto del campionato, quanto di un rinnovamento totale sia dal punto di vista tecnico che umano. Il calcio, lo abbiamo sempre detto, è un fenomeno paranormale, non sappiamo cosa sia successo nella “famiglia” nuova di papà Gilardino. Ci auguriamo che in omaggio ai 344 tifosi, ci saranno ancora 1000 km di un nuovo Genoa.
Si è vista una squadra, come voleva il Gila, flessibile, senza tante rigidezze tattiche. Giocatori che, se sono in forma, se ciascuno è schierato nel suo ruolo, rappresentano la garanzia di poter essere utilizzati secondo diversi schemi.
Ma quel che conta, non sono ovviamente le tattiche, ma l’attenzione e la concentrazione di muoversi secondo un buon senso e una certa capacità collettiva.
Onestamente ci hanno sorpreso i vari Aramu, Gudmundsson, lo stesso Martinez, gran protagonista di almeno due parate decisive su pericolose occasioni degli avversari. E lo stesso Bani, a far muro, ribattere palla su palla, una difesa attenta come mai l’avevamo vista (un peccatuccio quello di Sabelli sul gol di Cheddira). Non c’era Coda, ma Puscas è stato un goleador di classe e un “faticatore” eccellente.
Insomma si è vista una squadra ordinata che aveva voglia di vincere, che si era data un ordine sul campo. La partita è stata bella e combattuta, anche perché il Bari sa giocare: inoltre, 48mila (meno 344) scalmanati non permettevano certo tranquillità d’animo.
Ora c’è la sosta: ovviamente Gilardino diventerà (speriamo presto nell’annuncio del club) allenatore rossoblù fino a giugno. Alla ripresa si dovrà rivedere un Genoa con qualche ritocco necessario sul mercato, anche se Gilardino, con il feeling che ha trovato con questi giocatori, potrebbe probabilmente proseguire così come ha fatto. Ma non sarebbe opportuno: due o tre arrivi sono necessari.
Vittorio Sirianni

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