Genoa, a Verona per battere pure gli stereotipi

Il peggior stereotipo è valutare una squadra in proporzione al gradino che occupa in graduatoria

Sanabria Genoa
Tonni Sanabria dopo il gol (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Lo stereotipo è uno dei peggiori nemici dell’uomo comunicatore. Una gabbia dell’ovvietà che non fa ragionare il cervello e preconfeziona le idee. Uno di questi, nel mondo del calcio, è la classifica. Il peggior stereotipo è valutare una squadra in proporzione al gradino che occupa in graduatoria. Così facendo il Chievo Verona, prossimo avversario del Genoa, sarebbe spacciato. Beninteso che nove/dodici punti (in ventiquattro partite) renderebbero paranoico pure un monaco buddhista, alla squadra veneta va tributato una doverosa dose di rispetto. Soprattutto alla dignità sportiva ben rappresentata dal suo capitano, il portiere Stefano Sorrentino.

Sono ultimi, forse il club non doveva nemmeno iscriversi al campionato corrente, ma i calciatori meritano un applauso perché lavorare in tali condizioni non deve essere facile. Un punto nelle ultime cinque partite, a Empoli: poi solo sconfitte, di cui almeno due (con Fiorentina e Udinese) immeritate. Il Chievo Verona gioca con la forza della disperazione e l’encomiabile volontà di quei giocatori che hanno deciso di rimanere durante il mercato di gennaio. Non è attaccamento alla maglia, altro stereotipo che stride con la famelicità del calcio moderno, ma senso del dovere.

Il Genoa, dal canto suo, deve tentare di battere un avversario in palese difficoltà. I tifosi fanno gli scongiuri perché la storia racconta della virtù crocerossina del Grifone. E non è uno stereotipo. Quando il Genoa è favorito, finisce per perdere regolarmente: negli anni più recenti è successo con Palermo, Carpi e Pescara. Tutti fanalini di coda – meglio, lanterne rouge, è più romantico – del campionato italiano. Prandelli non ammetterà cali di concentrazione, proprio ora che i rossoblù sono in serie positiva da quattro giornate consecutive e manifestano ampi margini di miglioramento nelle due fasi di gioco. Proprio ora che la parte sinistra della classifica dista cinque punti. E no, nemmeno questo è uno stereotipo.

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