Genoa, ultima chiamata con il Milan: necessaria una reazione di squadra

Il riscatto inizia con una più accorta fase difensiva

Criscito Genoa
Criscito in gol (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Quanto Lazio-Genoa sia stata una partita particolare lo testimoniano alcune statistiche della Lega di Serie A. Le due squadre hanno corso lo stesso numero di chilometri (quasi 103) e i portieri, Strakosha e Radu, hanno compiuto l’identico numero d’interventi (sei). La differenza l’hanno fatta i contrasti, gli intercetti, i duelli aerei vinti, gli uomini che arrivano per primi sulla palla. In un punto, poi, il Genoa di Andreazzoli è stato ampiamente lacunoso: non ha “sporcato” il palleggio della Lazio. Un termine che non è affatto negativo perché sporcare la partita equivale ad accettare la battaglia, complicare la vita alla squadra più tecnica.

La Lazio non faceva fatica ad avvicinasi ed entrare nell’area di rigore rossoblù. Pochi passaggi bastavano a smarcare la prima linea di pressione – non così esasperata – del Genoa. L’atteggiamento in campo ha fatto altresì la differenza poiché mister Andreazzoli non è andato all’Olimpico a fare catenaccio: ha provato a giocare aperto, ha costruito tre palle gol (Romero e Sanabria di testa, Criscito con il diagonale) senza capitalizzarle. Un vero spreco perché neppure la Lazio ha dato l’impressione di essere inscalfibile, soprattutto nel secondo tempo quando il Genoa aveva il baricentro più alto di una decina di metri.

Il Milan è una squadra simile, per filosofia, al Genoa. I risultati praticamente li accomunano ma Andreazzoli e Giampaolo vogliono costantemente un atteggiamento positivo dai propri uomini. Linea difensiva alta, rapidità, coraggio nel fraseggio e intensità. Ciò che il Grifone non ha proposto contro il Bologna e contro la Lazio forse più per mancanza di serenità e di equilibrio, non certo per un’improvvisa amnesia tecnica. Dovrà reagire, il Genoa. A prescindere dagli uomini e dai moduli. Dovrà farlo a cominciare da una più accorta fase difensiva che nel calcio inizia dagli attaccanti. E stavolta per Andreazzoli non varrà più l’assioma-attenuante del bel calcio.

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