Genoa-Torino, tipica partita da salvezza: tanta noia, poco gioco

I granata non dovevano perdere per salvare il tecnico Vanoli: il Grifone doveva soprattutto proseguire nella continuità di risultati. È arrivato un pareggio a reti inviolate

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Genoa-Torino è stata la tipica partita da lotta per la salvezza: non gioco, molti errori, scontri niente male, monotono possesso palla da una parte e dall’altra, combattuta certo, ma massima attenzione a non prendere gol.

Il Torino non doveva perdere, anzi doveva cercare di vincere, altrimenti il suo tecnico Vanoli sarebbe stato probabilmente licenziato. Il Genoa doveva soprattutto proseguire nella continuità di risultati, dopo le ultime partite che lo hanno portato quasi ai vertici della parte destra della classifica.

Così si è andato avanti con un “tran-tran” calcistico, che nulla aveva a che fare col bel gioco: certo, solo cose normali, con alcuni momenti di furore agonistico, da una parte e dall’altra. Soltanto tre tiri in porta: due per il Torino, con un palo centrato nel primo tempo, un altro parato come sempre con la massima attenzione da Leali, uno per il Genoa sull’ultima avanzata portentosa di Zanoli che Frendrup ha malamente sbagliato.

A ben pensarci i rossoblù si sono adeguati: all’inizio pensavano a un Toro meno offensivo, per cui avrebbero potuto facilmente superarlo giocando, come fatto in precedenti partite, sulle fasce laterali con i Sabelli, gli Zanoli e i Martin in funzione di abili esterni. Invece Vanoli ha fatto giocare la sua squadra con la stessa impostazione del Grifone. E così è successo che il Torino giocato molto alto e ha impedito agli avversari di uscire dalla propria area e dalla metà campo.

Infatti il possesso palla è stato identico per le due squadre. Oggi comunque i 15 punti (gli stessi che aveva conquistato Gilardino) non sono male, anche se le prossime due partite sono terribili: Milan fuori e Napoli in casa.

Mentre sul piano tecnico Vieira ha comunque in mano la squadra, il vero problema si sposta sulla società.

I tifosi che si sono recati al Ferraris avevano più paura di quello che si dice stia succedendo in società che quanto si sarebbe visto sul terreno di gioco. In settimana è stato reso noto un comunicato ufficiale per la prossima assemblea dei soci, in cui dovrebbe essere approvato un aumento di capitale per complessivi 45 milioni. Si è diffusa nei giorni scorso la notizia di un imprenditore, che non avrebbe attualmente investimenti nel calcio, che potrebbe sottoscriverlo. La notizia è positiva anche se, come sempre accade nel mondo rossoblù, cominciano i sospetti e la paura per chi sarà mai questo personaggio, chiamiamolo, benefattore.

A nostro avviso se arrivano 40 milioni è soltanto un dato di speranza e poi chi sia a tirarli fuori…chi se ne importa!

Il vero pericolo è che questi eventuali sostenitori, che dovrebbero dare sicurezza all’organizzazione societaria, non siano persone serie o “burattinai” di antica conoscenza.

Per ora, comunque, i risultati positivi della squadra (che sono le sole cose certe) hanno sempre galvanizzato il modo di giocare (anche se fragile) dei grifoni. Nel senso che, finora, la squadra non ha risentito della difficile situazione societarie. Ma fino a quando? Vieira ha dimostrato di saper gestire il suo gruppo, anche dal punto di vista psicologico, e in questo caso, a tenerlo lontani dai tanti problemi societari.

Al di là della noiosa partita col Torino, la squadra ha comunque dimostrato di avere sempre quella tranquillità e quella consapevolezza (pur a volte, come sabato, rallentando e soffocando il gioco) di essere sempre di più una formazione responsabile. Un elemento positivo per la prossima trasferta al Meazza per giocare contro i rossoneri.

Vittorio Sirianni

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