Genoa-Torino: mentre in Lega si litiga le squadre non sanno che fare

Il club granata, a differenza del Grifo, si è allenato regolarmente tutta la settimana

Maran Maraner Genoa
Mister Maran e il suo vice Maraner (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Dopo il terremoto di positività al Covid-19 il Genoa ha paura di giocare. E se un club di Serie A nutre questo stato emotivo, del tutto comprensibile e giustificabile, significa che la Serie A è regredita di almeno quattro mesi quando ogni istanza premeva invece per scacciare la paura dal pallone, a ogni costo. Le colpe non vanno distribuite come si fa al bar con le carte di una briscola, anche perché il club rossoblù è (la prima e si spera unica) vittima dell’immobilismo della politica del calcio che nelle settimane estive non ha proceduto a dettagliare la disciplina regolamentare transitoria con la conseguenza, abbastanza prevedibile, che oggi nessuno sa cosa fare a fronte del grande rischio che tutto resti come prima. Come più volte rimarcato, la stagione 2020-2021 avrebbe richiesto uno sforzo organizzativo complessivamente inteso ben superiore alla corta appendice dello scorso anno: vox clamantis in deserto.

Il Genoa, a differenza del Torino, non si è allenato a Pegli lunedì, martedì e mercoledì: quanto basta per invocare la violazione del principio di parità delle armi – guarentigia non solo sportiva – in un turno di campionato che prevede l’anticipo di sabato, quindi la rifinitura di venerdì. Questi sono i principali contorni della fattispecie assurda che il Consiglio straordinario della Lega ha dibattuto per quattro ore, dicono incandescenti. Su indicazione dell’Asl 3 di Genova, il Grifone riprenderà gli allenamenti soltanto oggi ma a ranghi ridotti, come a maggio, suddivisi tra mattina e pomeriggio dopo il secondo ciclo di tamponi della settimana. Il problema, com’è facile intuire, non è numerico poiché Maran, salvo peggioramenti, dispone di almeno dodici calciatori di movimento e un portiere negativi, soddisfacendo il requisito minimo per giocare contemplato dal Regolamento Covid-19 del Uefa: il nodo, tuttalpiù, è di natura atletico-preparatoria.

E che non sia sottovalutato neppure l’aspetto emotivo-motivazionale, che nello sport fa la differenza tra il vincere e il perdere. Anche il cervello si allena come un muscolo e i quattro giorni di fuoco che ha passato il Genoa tutto hanno avuto in serbo all’infuori di attività propedeutiche al sostentamento dell’entusiasmo. Una ragione in più, se mai le precedenti non fossero abbastanza, per procedere al rinvio del match con il Toro, già così deficitario di equità, oltre la finestra delle Nazionali.

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