Il sedicesimo posto in classifica non lascia sereno il Genoa. Neppure a quattro giornate dal termine, neppure con sei punti di vantaggio (e lo scontro diretto con l’Empoli a favore) sulla Serie B. Il Genoa sta scontando una lunga pena detentiva nei bassifondi della classifica anche per il basso rendimento in campo. Sei punti tra marzo e aprile, costituiti da tre pareggi (Frosinone, Napoli e Spal) e dalla vittoria sulla Juventus che ha illuso tutti tranne Cesare Prandelli. «Siamo stati bravi e anche fortunati ad averli incrociati dopo l’Atletico Madrid» spiegò umilmente e con obiettività il tecnico a fine partita.
Sono passati più di quaranta giorni dall’ultima vittoria in campionato. Proprio contro i bianconeri. In mezzo qualche delusione e una considerevole parte della tifoseria che ha deciso di contestare e non entrare più a sostegno. Nella speranza che qualcuno interrompa già da domenica gli effetti di tale editto: l’interesse genoano ne ha tremendamente bisogno. La Roma è un avversario dieci volte più complesso della Spal e una squadra non meno entusiasta. Claudio Ranieri ha portato serenità e stabilizzato un gruppo spaesato dall’eliminazione in Champions League, da bravo tinkerman, colui che aggiusta una cosa rotta con ciò di cui dispone. Un MacGyver di Testaccio, insomma.
I giallorossi verranno a Genova per vincere, invece un pareggio per il Grifone equivarrebbe a una vittoria. Sicuramente una delle due formazioni sarà scontenta al novantesimo, soprattutto perché saranno già noti i risultati delle concorrenti. Ci vorrà la miglior prestazione stagionale, superiore rispetto al 2-0 alla Juve perché adesso ogni pallone perso o conquistato ha un valore diverso rispetto a due mesi fa. Manca poco alla salvezza, i rossoblù devono trovare le forze psicofisiche per l’ultimo sprint, così il traguardo è alle spalle. Non è facile perché il sedicesimo posto in classifica non lascia sereno il Genoa.
