Un punto alla Ballardini. Che per i meno preparati fa rima con bruttezza del calcio. Invece il pareggio del Ferraris è sinonimo di battaglia, in una partita più da Grifo che da Genoa. Un punto alla Ballardini, ottenuto prestando il dovuto rispetto alla qualità dell’avversario e con due fughe verso l’area di rigore della Viola nel secondo tempo. Giusto un paio, che vanno a elidere gli altrettanti pali colpiti dai ragazzacci di Pioli, un pò nervosi, un pò bruschi ma molto tecnici. Il Genoa racimola il primo 0-0 stagionale, punteggio che non capitava dal derby dello scorso aprile. Con Ballardini in panchina.
Genoa-Fiorentina ha vissuto di contrasti, mica di carezze: qualche capocciata, un occhio pesto, un setto nasale quasi rotto. Per fortuna che c’era l’imperiese Massa, arbitro che si sta mettendo in luce per la conduzione britannica delle partite. Meglio la Viola palla al piede, meglio il Grifone a campo aperto. Male entrambe in fase realizzativa: in questo caso (cog)nomi come Piatek, Simeone, Kouamé e Chiesa diventano aggravanti allo 0-0 finale. La Fiorentina ci ha provato quattro volte ma i pali e le parate di Radu hanno impedito il gol; stesso discorso per Lafont sul Pistolero e per l’ultimo tiro corretto al 94′ da una deviazione viola.
Ci hanno provato, hanno concluso tutti stremati, anche da un campo indecoroso per correre, scivolare e calciare. La sensazione è che non avrebbero segnato nemmeno in ipotetici tempi supplementari. Nella battaglia del Ferraris, e nella giornata nera del Var, c’è spazio anche per le polemiche, il sale degli italiani: Veloso tocca la palla con il braccio ma solo dopo una carambola sul suo piede. Niente rigore, per l’amarezza di Pioli. Ha vinto, allora, il centrocampo robusto di Prandelli che ha fatto passare poco (o il giusto) e quel poco (o quel giusto) non è finito in rete. Per bravura o per sfortuna. Un punto alla Ballardini.
