Genoa, pronto un altro innesto societario: Scala deve demolire il costo del lavoro

I contratti dei soli Caicedo e Maksimovic pesano al lordo per ventitré milioni di euro

Genoa Maksimovic Vasquez Caicedo Touré
Maksimovic, Vasquez, Caicedo e Touré al Pio (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il silenzio che da venti giorni avviluppa il Genoa in una morsa di dubbio e inquietudine per la prima stagione in Serie B dopo quindici anni pare aver trovato l’iniziale punto di una lunga svolta. La società rossoblù, sempre più numerosa, è pronta ad accogliere anche Matteo Scala il cui compito, relata refero va precisato, dovrebbe essere circoscritto alle sole uscite dei calciatori in rosa, dunque cessioni e risoluzioni di quei plurimi contratti divenuti insostenibili. Un ruolo simile, certamente spinoso poiché nel calcio vendere è più difficile che acquistare, lo interpretarono sia Lo Monaco, come amministratore delegato, che più di recente Capozucca in uno dei suoi mandati da ds e Carlo Taldo. Genovese e di fede genoana, Scala si è formato nel calcio italiano avendo iniziato la carriera da dirigente nel 2007 nel mondo del dilettantismo locale (San Fruttuoso, Anpi, Culmv Polis) fino all’approdo nel Bari della famiglia De Laurentiis.

Il prossimo innesto societario del Grifone, quarantuno anni a luglio, è cresciuto sotto l’ala di Cristiano Giuntoli, che ha sempre un occhio di riguardo per il calcio ligure, e Giancarlo Romairone e nelle sue annate da direttore responsabile del mercato ha conquistato un undecimo posto in Serie B con il Carpi, una promozione in C e un secondo posto con il Bari e infine una retrocessione in D con la Fermana. Scala è giovane e deve avere consapevolezza che la responsabilità cui va incontro al Genoa è (sempre) elevata perché se sarà davvero deputato alla difficile partita delle cessioni – e conseguentemente Arenz, cui non si conosce nemmeno la voce, agli acquisti – significa che il gm Spors, la figura apicale della gestione sportiva genoana da cui tutto passa e passerà, vuole troncare ogni vincolo residuale con il passato di Preziosi e proseguire sulla rotta di mercato tracciata a gennaio.

A spaventare non è il numero di calciatori contrattualizzati, che siano settanta od ottanta a seconda del criterio di computo, bensì la combinazione di più fattori ostativi all’agilità di mercato: su tutti, la gravità economica di talune folli pattuizioni pregresse – i contratti di Caicedo e Maksimovic, triennale e quadriennale, pesano al lordo 23 milioni di euro – che limita la platea dei pretendenti. Se Scala riuscirà ad abbattere queste due montagne avrà già compiuto un gran lavoro perché ciò che il Genoa deve demolire, soprattutto per rispettare i parametri di salubrità finanziaria richiesti dal regolamento della Serie B e rientrare nel meccanismo delle tre liste, è l’esorbitante costo del lavoro cui non incidono, o incidono in via del tutto irrisoria, un drappello di circa trenta calciatori Under 21 (per i quali non vige la regola degli otto prestiti in uscita come massimale). L’approccio alla nuova stagione «di transito» in Serie B, come promesso da Joshua Wander, dovrà essere tosto e determinato, diversamente da questi ultimi venti giorni.

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