Udinese-Genoa, la differenza della P: Piatek, Prandelli, positività

La gara della Dacia Arena capita due settimane dopo il 2-0 alla Juve: una parentesi utile a smaltire l'appiattimento dei complimenti

Genoa
Prandelli con i giocatori del Genoa (Foto Genoa cfc Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Udinese e Genoa hanno svolto lo stesso percorso stagionale ma la differenza in favore dei rossoblù l’ha fatta il triplice fattore “P”. Il primo è Piatek, il traino che a inizio anno ha segnato una cascata di gol. Il secondo è il tempismo della scelta di Prandelli, decisivo per correggere (solo in parte) i due peccati originali: l’esonero di Ballardini e il richiamo di Juric. Il club friulano ha vissuto sofferenze quasi speculari, parallele rispetto al Genoa. Tre allenatori, l’ultimo dei quali debutterà domani, e una tifoseria delusa a tal punto da effettuare il conto alla rovescia al 90′ nei secondi finali di ogni sconfitta. Un gesto che annichilisce qualsiasi calciatore.

Il Grifone ha otto punti in più in classifica dell’Udinese, un discreto margine di sicurezza. Inoltre dopo aver battuto la Juventus ha immagazzinato una quantità di positività incommensurabile. E’ proprio la differenza di fiducia, di auostima, l’elemento che distingue i reciproci momenti delle squadre. Il Genoa ha raccolto energie nell’ultimo turno, i friulani invece si sono impauriti vedendo vincere Empoli, Bologna, Spal e Cagliari in un sol colpo. Così, e solo così, si può motivare l’esonero di Davide Nicola, allenatore licenziato dopo aver vinto due scontri diretti (Chievo e Bologna) e perso con Juventus e Napoli in trasferta.

Il Genoa deve stare in scia all’entusiasmo prestando comunque attenzione a un’avversaria che con l’avvicendamento in panchina potrebbe sbloccarsi mentalmente o trovare risorse inimmaginabili. L’entusiasmo è positivo, l’abuso è deleterio. Per fortuna di Prandelli la gara della Dacia Arena-Friuli capita due settimane dopo il 2-0 alla Juventus: una parentesi utile a smaltire l’appiattimento dei complimenti, dei bravo-bravissimo correlati a una simile impresa. Sette giorni dopo il trionfo sui campioni d’Italia, la sconfitta a Udine sarebbe stata matematica. Perso Piatek, il Genoa deve proseguire con l’acume gestionale di Prandelli e la positività del momento. Le “P” che fanno sempre la differenza.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.