Genoa, seconda peggior difesa e penultimo per possesso palla: ma non tutte le colpe sono di Ballardini

Il Grifone ha scarsa capacità espressiva di gioco

Criscito Ribery Genoa
Criscito contrasta Ribery (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Che ci sia (stato) un radicale cambiamento al Genoa lo si denota dalla quiete societaria dopo la pesante, e per taluni versi sorprendente, sconfitta di Salerno contro una delle peggiori squadre che popolano i cinque maggiori campionati europei. In altri tempi, poi non così lontani, la giornata odierna forse avrebbe ospitato la presentazione di un nuovo allenatore giacché la sosta del campionato è, per tradizione italiana, tempo di riflessioni e luogo di licenziamenti per i presidenti di Serie A persuasi che in due settimane il subentrante faccia il miracolo. Ballardini non è esente da colpe gravi per l’avvio di campionato sotto media ma non è neppure il principale centro d’imputazione dei mali genoani, i quali probabilmente si sono originati più in là nel tempo e nel tempo si sono parimenti irradicati nella struttura rossoblù, fino a diventarne carattere o peculiarità integrante, senza mai essere stati risolti.

Nelle prime sette giornate di campionato, dove il Genoa ha raccolto appena cinque punti, i pregi e i difetti della gestione di Ballardini possono essere analizzati tenendo conto della natura di ciascun evento che l’allenatore può governare e di quelli che, invece, esso è chiamato solo a limitarne la portata e i danni. La fase difensiva, largamente intesa, deve migliorare giacché Sirigu – Salvatore di gol, di nome e di fatto – si trova esposto alle conclusioni, spesso da distanza ravvicinata; discorso analogo per il disordine tattico, visibile soprattutto nei primi tempi, e la scarsa capacità espressiva di gioco del Genoa. In ipotesi, Ballardini può rimediare intercettando una formazione di riferimento che sia equilibrata ed elastica nelle due fasi di gioco ridisegnando un nuovo centrocampo poiché è in tale reparto che il Grifone soffre l’avversario, come attesta la prima mezz’ora di gara contro il Verona dove Barak, confermato da Tudor sulla trequarti, ha fatto la differenza assieme a Tameze e Ilic.

Di ingovernabile per Ballardini ci sono gli infortuni, come quello di Caicedo in amichevole e Destro durante il riscaldamento all’Arechi, e talune letture preventive delle palle inattive: assodato che non esiste una formula magica per non subire gol di testa – nemmeno la vecchia marcatura a uomo altrimenti chiunque la adotterebbe – chi è in campo deve alzare la soglia dell’attenzione senza che l’input venga dalla panchina. Oltretutto tenendo poco il possesso del pallone, penultimo in Serie A in questa graduatoria speciale, il Genoa offre il fianco a calci d’angolo, punizioni, attacchi laterali e cartellini finendo così per essere non soltanto la terza squadra più ammonita del torneo ma anche la peggiore contraerea (otto gol di testa su sedici complessivi, sebbene l’unica vittoria stagionale sia sorta con i colpi di testa). Le due settimane di sosta siano per Ballardini occasione per riparare ciò che è possibile e recuperare i calciatori migliori.

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