Genoa non basta un’ora rock ‘n’ roll. Audero rovina la festa

L'iniziale timidezza dei rossoblù si è sciolta dopo lo svantaggio con una reazione da squadra. L'attacco ha fatto la differenza

Piatek Genoa
Piatek dribbla gli avversari (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Di solito quando una squadra domina l’altra per un’ora e sugli spalti non c’è partita, la vittoria è consequenziale. Invece, come spesso accade nella storia del Genoa, il finale ha un esito illogico rispetto alla trama. Il Grifone ha rischiato di vincere il derby dopo aver rischiato di perderlo a inizio e a fine partita: così è nato il pareggio, risultato su cui molti genoani alla viglia avrebbero messo la firma. Il club più antico d’Italia meritava i tre punti anziché la minestrina dell’1-1. Ma l’incontro non essendo di pugilato, dove il vincitore talvolta viene decretato ai punti, deve far fede all’unica statistica che conta, quella dei gol.

Il Genoa non ha approcciato bene al derby. Baricentro basso, atteggiamento quasi impaurito a giudicare dal numero di palloni lunghi scoccati come una salva di frecce. La timidezza dei rossoblù si è sciolta dopo il gol di Quagliarella con una reazione da squadra. L’attacco ha fatto la differenza con Kris Piatek che scappa ad Andersen poco prima di subire il rigore e Kouamé che ha due molle al posto delle gambe: l’ivoriano ha vinto ogni duello aereo, confermandosi il vero giocatore imprescindibile (anche se segna poco) per Juric.

Il pari del Pistolero ha di colpo rianimato il Genoa. Abrogata quell’anticaglia del palla-lunga-e-pedalare, i rossoblù hanno migliorato il proprio calcio con più palleggio rasoterra e un maggiore coinvolgimento dei tornanti di centrocampo. Bene Lazovic (concentrato e reattivo nello sprint), apprezzabile la volontà di Romulo: sui cross, però, mister Juric deve lavorare, al pari dell’organizzazione difesiva sulle palle inattive. L’atteggiamento del Grifone è il miglior lascito del 117º derby genovese. Il resto lo ha fatto Audero, migliore in campo in assoluto, con tre interventi di livello che hanno salvato gli avversari da un risultato d’antologia. L’unica e imponderabile variabile che ha reso illogico il finale della partita.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.