Genoa non accontentarti: la qualità può ancora crescere

Allo "Stirpe" il Grifone ha sofferto le seconde palle, quasi tutte gialloblù. Il riferimento è ai rimbalzi, in pieno stile da pallacanestro, e alle ribattute conquistati dalla squadra di Longo

Ballardini Genoa
Ballardini (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Non esistendo la squadra perfetta, pure il Genoa può migliorare la propria qualità. In ogni reparto e nella doppia fase di gioco. Contro il Frosinone gli uomini di Ballardini hanno confermato le sensazioni estive: l’attacco è ottimo, la fase difensiva non può prescindere dall’aiuto dei centrocampisti. Hiljemark può crescere di condizione mentre Sandro è un gradito regalo dell’autunno. Le prestazioni dello svedese iniziano dalla quantità e dalla fisicità che mette in ogni contrasto: senza, o in caso contrario, gira a vuoto. Il brasiliano ex Tottenham è il suo omologo che per certi versi ricorda un Felipe Melo più disciplinato, tatticamente e caratterialmente.

Allo “Stirpe” il Genoa ha sofferto le seconde palle, quasi tutte gialloblù. Il riferimento è ai rimbalzi, in pieno stile da pallacanestro, e alle ribattute conquistati dalla squadra di Longo. Ci vuole più attenzione, tenuto conto che più volte il Frosinone ha bussato alla porta calciando dalla media-lunga distanza. Questione di tempismo nell’accorciare sul tiratore fuori area e un calo di brillantezza che può sopravvenire alla terza partita in settimana. L’episodio emblematico, che esula dal discorso delle seconde palle, è l’uscita a vuoto di Radu (unico errore del portiere romeno): Salamon aveva spazio e tempo per mirare l’angolino basso. La fretta ha strizzato l’occhiolino al Grifone.

Il Genoa ha sofferto nel finale contro il 4-3-3 del Frosinone con Ciofani prima punta. Ha intercettato pochi palloni e quei pochi sono stati amministrati con poca lucidità. Il risultato poteva essere più rotondo a favore del Grifo. L’importante, però, era sbloccarsi in trasferta dopo sette mesi: il Genoa l’ha fatto al momento opportuno, approfittando anche del momento di crisi dell’avversario. Carpe diem. Così sono quattro vittorie in sei partite, una partenza simile risale solo alla stagione 1932-1933: ottavo posto in campionato con De Prà, Stabile, Bonilauri, Gilardoni. Questo Genoa si accontenterebbe del medesimo piazzamento? No, perché la squadra non è perfetta e può migliorare.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.