Genoa, morale ai minimi dopo il terremoto emotivo del Covid-19

Quanto tempo impigherà il Grifone a riprendersi definitivamente?

Maran Genoa
Maran e la panchina del Genoa (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Che il Genoa abbia chiesto di rinviare la gara con il Napoli è cosa nota. Che la Lega di Serie A abbia declinato spostando la partita più in là di appena di tre ore è, invece, un dato di fatto che rievoca la vecchia questione della saturazione dei calendari. Complice il debutto in Europa League il prossimo 22 ottobre, il Napoli non può giocare turni infrasettimanali dopo la prima sosta delle Nazionali che, secondo tradizione italiana, fa da spartiacque all’inizio della vera stagione calcistica: giocoforza la partita con il Grifone di domenica sera non poteva che disputarsi il prima possibile.

Le attuali norme transitorie sono lacunose poiché a causa della loro eccessiva flessibilità non forniscono una risposta esaustiva soprattutto nei casi di rinvio delle partite, disciplinati invece dal Regolamento Covid-19 del Uefa. Tuttavia, prima di lasciare campo a facili intenti legislativi sarebbe opportuno interrogarsi, come richiedono esperti della comunità scientifica, sull’attuale sistema dei tamponi messo a dura prova dal caso Genoa, bolla di positività che farà giurisprudenza. Che grado di affidabilità rivestono i tamponi alla luce delle attuali cadenze imposte dal protocollo calcistico? Ne occorrono di più, di meno (come richiesto dai presidenti che tra giugno e agosto hanno speso otto milioni di euro) o di meglio? Se nulla cambierà, o viceversa se tutto cambierà in maniera gattopardesca, presto la classifica di Serie A non rispecchierà più i canoni di una regolare competizione sportiva, già opacizzati dall’assenza di pubblico.

Infine, la domanda cui nessuno sa rispondere perché il Covid-19 non ha precedenti nella storia dello sport: quanto tempo impiegherà il Genoa a riprendersi definitivamente? Ritrovare lo spirito genoano, fieramente messo in mostra al debutto contro il Crotone, non sarà affatto facile dopo un terremoto psicologico che ha degradato il morale e l’entusiasmo agli infimi livelli del dopo salvezza, stavolta non per ragioni di campo o di mercato.

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