Genoa, il monte ingaggi è brivido: serve ridurlo di almeno un terzo

Fatto 78 milioni di euro il costo del lavoro rossoblù, in Serie B tale dato non potrà superare i 50 milioni

Klos Spors Blazquez Zangrillo Genoa
Klos, Spors, Blazquez e Zangrillo (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Precipitare in Serie B comporta conoscere non soltanto quale sia l’uscita autostradale per Cittadella o per Terni ma anche e soprattutto le restrizioni di spesa, affini alla disciplina del Fair Play Finanziario, che la relativa Lega cadetta ha già confermato introducendo una norma programmatica valevole per le prossime due stagioni. Che il calcio si sia trasformato lo dimostra il fatto che anche i sodalizi di B siano obbligati a garantire la compensazione finanziaria delle operazioni di mercato attraverso una polizza fideiussoria emessa da una società assicurativa che abbia ottenuto un rating minimo da Moody’s, Standard & Poor’s o Fitch. Siamo nella finanza internazionale. Inoltre, se il Genoa non rispetterà il nuovo indice di liquidità pari a 0,7 – restrittivo per la Serie B – l’ammontare dei compensi lordi, fissi e variabili, dei propri tesserati non potrà eccedere il 90% del monte contrattuale, decurtato del 30% a causa della retrocessione, determinato dagli emolumenti dei contratti validi per la stagione 2022-2023 e in scadenza al 30 giugno.

Per fare un esempio che accarezza l’ironia della sorte, gli ingaggi faraonici del Genoa alzano tale limite consentendo un piccolo vantaggio competitivo al gm Spors e alla sua squadra mercato rispetto a buona parte delle concorrenti cadette: Caicedo, Maksimovic, Sirigu e Criscito, oltre a essere da tempo in mobilità, costano al club quasi tredici milioni lordi annui che le suesposte restrizioni appiattirebbero a otto milioni, in sostanza il monte stipendi dell’Ascoli o del Como. Pertanto, fatto 78 milioni di euro il costo del lavoro del Genoa, così come emerso al 31 dicembre 2021, in Serie B tale dato non può pesare oltre 50 milioni di euro se il Genoa non aumenterà il valore della produzione incidendo sensibilmente sui ricavi da gare, sponsorizzazioni e plusvalenze sane: è urgente una sforbiciata che comunque già rientrava, seppur più gradualmente, nel piano business di 777 Partners a prescindere dalla categoria.

La società rossoblù è chiamata ad agire sui contratti più onerosi dei 56 calciatori dipendenti citati nell’ultimo bilancio approvato senza considerare gli Under 21 prestati in Serie C o in Serie D, i ragazzi che escono dalla Primavera, tutti destinati ai prestiti, o taluni elementi interessanti del settore giovanile che hanno già firmato il loro primo contratto (gli over 16, come da regolamento federale) onde evitare casi analoghi a Willy Gnonto, che lo Zurigo ha lecitamente soffiato all’Inter pagandone l’indennità di formazione. E, non ultimo, il Genoa deve varare una campagna acquisti strumentale alle richieste tecniche di mister Blessin, sul quale penderà la necessità di fare la differenza non più solo a livello empatico. La mole di lavoro da espletare è enorme e il tempo è poco, forse insufficiente per risolvere ogni problematica ma sicuramente utile a definire entro la fine di luglio un organico all’altezza dell’unica aspettativa: l’immediato ritorno in Serie A.

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