GRIFO D’ATTACCO – Pinamonti “azzurrabile”: Vieira, che numeri!

Ekhator, Ekuban e Cornet hanno impresso quella vistosa verticalità che Miretti e Vitinha, vuoi per ruolo e per condizione, invece non sono stati capaci di dare

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Trenta punti, con lode. Il Genoa infila la terza vittoria consecutiva casalinga. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 377ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Nove punti di fila in casa, ecco l’effetto Ferraris: salvezza virtualmente acquisita? «È qualcosa che non può essere ignorato, come gli oltre 33mila spettatori di lunedì sera che hanno fatto emozionare Malinovskyi, di nuovo in panchina dopo l’infortunio, oltre a una coreografia splendida dedicata al trentennale dall’omicidio di Claudio Spagnolo. La partita del primo tempo è stata bloccata e senza particolari spunti, a parte la conclusione di Nicolussi Caviglia, che ha parenti cogoletesi, respinta da Leali: il Venezia si giocava tutto ed era ben messo in campo. Il Genoa l’ha affrontato con un 4-4-2 flessibile, salvo poi modificarlo a gara in corso inserendo un nuovo corollario di uomini a supporto di Pinamonti: la mossa vincente di mister Vieira è stata inserire calciatori di gamba e di migliore attacco della profondità».

Quanto merito c’è nelle sostituzioni di mister Vieira? «Tantissimo perché il tecnico ha dimostrato di capire l’andamento delle fasi di una partita – non si può sempre difendere come non si può sempre attaccare – ribaltando l’inerzia con i cambi giusti. Ekhator, Ekuban e Cornet hanno impresso quella vistosa verticalità che Miretti e Vitinha, vuoi per ruolo e per condizione, invece non sono stati capaci di dare. Vieira è un allenatore attento, il timbro è la prudenza che stabilizza il Genoa e lo fa crescere in classifica: 20 punti in 13 partite (media di 1,54) e porta inviolata per 7 volte, più della metà. I numeri parlano chiaro e sono strepitosi. Con lui, il Genoa ha vinto tre partite di fila allo stadio Ferraris senza subire un gol: non accadeva da quindici anni, era il febbraio 2010 quando il Grifo di Gasperini batté a zero Atalanta, Chievo Verona e Udinese».

Gli otto gol pesanti di Pinamonti hanno costruito metà classifica del Genoa: merita una chance in Nazionale? «Andiamo cauti con i voli: Andrea è un ottimo centravanti che sta dimostrando di valere il palcoscenico della Serie A e la valutazione di 14 milioni di euro, cifra del riscatto. Usando un termine che circola nell’ambiente di Coverciano, possiamo dire che Pinamonti può essere “azzurrabile” per gli impegni di marzo in Nations League. Anche nel suo caso, le statistiche pesate sono inopinabili: ha già segnato più gol di Retegui (8 a 7), peraltro di valore immenso, in 8 partite in meno. Mateo aveva da scontare l’impatto con l’Italia, ma il Genoa dello scorso anno era più qualitativo e aveva un supporto favoloso come Gudmundsson; Andrea, invece, conosce il nostro calcio – ieri ha festeggiato la 200ª in A – ma senza palla deve compiere una mole di lavoro incommensurabile. Il gol che ha sbloccato la gara con il Venezia mi ha ricordato una pennellata del miglior Pinturicchio».

L’Inter è reduce da una brutta batosta a Torino e con l’incognita Lautaro, anche se la grazia pare dietro l’angolo. «Credo poco, forse per nulla, all’eventuale squalifica del centravanti argentino il quale, al netto dei moralismi, ha commesso una grave leggerezza. I nerazzurri sono feriti, ma pur sempre pericolosi da affrontare a prescindere dal risultato: lo sarebbero stati ugualmente se avessero sorpassato il Napoli. È un genere di squadra che trova sempre le motivazioni. Simone Inzaghi può contare su due rose sebbene per loro all’orizzonte ci sia il triplo impegno in una settimana che culmina con lo scontro diretto al Maradona. Non vedremo un Genoa spavaldo, ma rispettoso dell’avversario e volenteroso di creare delle opportunità per segnare. I 30 punti consentono al Grifone di giocare con meno affanno e fare una cernita dei calciatori che apparterranno al gruppo dell’anno prossimo: così inteso, il vantaggio sulla zona rossa è duplice».

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Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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