Genoa, gol di Liguria: trionfo a Vercelli con rimonta in venti minuti

La squadra di Agostini soffre e poi surclassa il Toro con Debenedetti, Accornero e Lipani

Lipani Genoa Disegni
Lipani pressa Dell'Aquila, sfida tra n. 10 (foto di Torino FC)

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Venti minuti, quel tanto che basta per scatenare una rivoluzione di stati d’animo che apre le porte dell’incredibile. Sentimento d’uso improprio nella lunga storia rossoblù. Una rimonta da uomini condotta da ragazzini che sognano, consapevoli dell’importanza della stagione che segna la rinascita (anche) della Primavera. Siamo a metà, la strada è ancora lunga. Ma il Genoa ha delle basi solide che mister Agostini, perfetto staffettista alla Jacobs a Tokyo, ha arguito senza procedere a stravolgimenti: «Ho trovato un grande ambiente – ci spiegò – e un gruppo con un’eccezionale cultura del lavoro». La rimonta dei Grifoncini avvenuta all’iconico Piola di Vercelli, campo che vide muovere i primi passi da tecnico professionista di Gilardino, resterà impresso nelle memorie dei ragazzi: da 2-0 a 4-2. Il Genoa vince la sfida tra capoliste dei campionati Primavera e guadagna l’accesso alla semifinale di Coppa Italia, traguardo raggiunto nel 2009 (anno della vittoria) e 2021, entrambe le volte con Chiappino.

L’incredibile rimonta rossoblù porta un ulteriore valore poiché i calciatori andati in gol sono liguri, elemento fondante del settore giovanile del Genoa: infatti, Debenedetti è cresciuto a Finale, Accornero e Lipani genovesi. Il chilometro zero che bastona l’ascesa esterofila dei vivai; a proposito, è atteso per il 9 marzo il parere dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’UE, quel Rantos che ha poco da eccepire sulla futura Super League, vertente su talune perplessità giuridiche attorno alla regola “home grown 4+4” ideata dalla Uefa. Così il Grifo di Liguria danza attorno al concetto di cresciuto in casa, talvolta dogma talaltra limite, come un falò in riva al mare. Nessuno valorizza l’autoctonia come il Genoa e da essa discendono i primi risultati sensibili di carriera: Lipani gravita in prima squadra, Accornero è il vicecapocannoniere del Girone A con 11 gol inseguito proprio da Debenedetti, leva 2003 e dunque fuori quota, a 10 trasformazioni (l’ultima è valsa il titolo di campioni d’inverno).

Un anno fa, da promettente sottoleva, Accornero era periferico: oggi è centrale, come se fosse Gudmundsson in miniatura. La sua crescita è evidente non soltanto in termini realizzativi ma altresì nella potenza sviluppata nelle gambe che gli consente di imprimere più esplosività e capacità di resistere ai contrasti. Debenedetti, invece, è un calciatore di opposta impalcatura fisica, una prima punta che può fare malissimo nel gioco aereo e che può sviluppare margini di miglioramento nella tecnica e nella gestione della palla. E infine Lipani, giovane interprete della lingua del calcio la cui intelligenza posizionale distrae chi ha un debole per i centrocampisti di qualità dal corso furente partita. I tre ragazzi di casa, ai quali si somma il resto valoriale della squadra, hanno deciso con i propri gol la gara del Piola quando tutto sembrava perso. Venti minuti, quel tanto che basta per scatenare una rivoluzione di stati d’animo.

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