Genoa e gli occhi rabbiosi di Cagliari: la forza di Ballardini ha fatto la differenza

Il tecnico del Grifo inguaia Semplici con le sostituzioni e variazioni tattiche

Rovella Fares Genoa
Rovella abbraccia Fares (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Nel secondo tempo gli occhi rabbiosi e guizzanti dei calciatori del Genoa non erano i medesimi spaesati e vuoti d’inizio partita. I rossoblù, infatti, sono scesi in campo a Cagliari in ritardo di una cinquantina di minuti forse perché la testa era ancora al check-in di Elmas o in albergo. Ciononostante, e merito di una netta ripresa sul piano del gioco e della grammatica tattica impartita da mister Ballardini nel corso dell’intervallo, il Genoa è uscito indenne dall’ordalia sarda con tre gol di testa che hanno portato in dote i primi tre punti della stagione. La vittoria cancella dalle analisi le brutte sbandate sopravvenute negli ultimi dieci agonici minuti con Kallon che manca la quarta rete, la quale avrebbe chiuso anzitempo la partita, e Joao Pedro che lo imita facendo peggio sul retropassaggio in stile keaniano di Cambiaso, comunque uno dei migliori in campo assieme al borseggiatore Touré e Fares.

Il Genoa ha una rosa ancora disarticolata ma piuttosto omogenea per interpretare più di un modulo anche nel corso della partita – unico vantaggio del refuso da correggere delle cinque sostituzioni – ma soprattutto ha un allenatore capace, malinteso come difensivista a oltranza, che a Cagliari ha dimostrato la forza dell’uomo che anima la maschera del tecnico. Tris di cambi appena usciti dall’intervallo, regia affidata a Rovella cresciuto fino a diventare autentico dominatore del palleggio (prima appannaggio del Cagliari con picchi del 65%) e Destro finalmente coinvolto nel gioco: il Genoa ha trovato ariosità con un mediano in meno a intasare il centrocampo, come se Ballardini avesse all’improvviso spalancato le finestre al maestrale. Nonostante il doppio vantaggio Semplici ha inseguito pedissequamente le sterzate tattiche del Grifone, passato al 4-2-4 con Ekuban e poi al 4-5-1 con il subentro di Behrami, rivelando la paura di vincere che i suoi calciatori hanno prontamente percepito e trasfuso in campo.

Non illudano il triplo dei punti della Juventus e la rimonta di due gol di Cagliari, la seconda lontana dal Ferraris nel dopoguerra (primo episodio ad Alessandria nel ’67): è pur sempre la terza di campionato e Ballardini deve trovare non solo la giusta alchimia ma anche un’identità di gioco meno schizofrenica e più indipendente dalle sostituzioni. La vittoria sia, tuttalpiù, uno stimolo, per chi vuole ascoltare, a evitare recite di Requiem in re minore quando la neonata stagione è ancora tutta da vivere e nella parte destra della classifica, al pari dei piani più nobili come insegna Brecht, regnerà l’equilibrio e l’alternanza tra squadre. Il Genoa può vivere un campionato dignitosamente sereno a metà della graduatoria se solo mostrerà più di frequente gli occhi rabbiosi e guizzanti del secondo tempo di Cagliari.

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