Genoa, caccia al centrocampista: Sandro sarebbe perfetto

Mandragora il più metodista, il brasiliano Sandro una garanzia d'equilibrio alla van Bommel, Bertolacci il più completo mentre di Ekdal preoccupa la fragilità

Sandro
Sandro (a sinistra) in azione (Foto sito ufficiale Benevento)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

In quattro per un posto. Un poker sul tavolo del Genoa. Il Grifone è alla ricerca di un centrocampista da posizionare davanti alla difesa e i profili probabili sono, appunto, quattro. Ciascuno con proprie caratteristiche tecniche e temperamentali, ognuno affidabile in un preciso frangente tattico. Bertolacci, Sandro, Mandragora ed Ekdal: la caccia è aperta.

Bertolacci – Bravo in tutto ma senza eccellere. Presente nella fase d’impostazione come nell’interdizione. Bertolacci c’è sempre. Con Gasperini ha dato il meglio da mezz’ala d’incursione, Ballardini gli ha accorciato il raggio d’azione e di conseguenza è diminuita drasticamente la partecipazione alla finalizzazione. Il Milan non intende fare grossi sconti ma i margini di trattativa ci sono. Preziosi, da parte sua, ha un jolly nella manica: la volontà del giocatore di restare a Genova.

Sandro – L’identikit tracciata dal dg Perinetti conduce proprio al mediano di Riachinho. L’esperienza al Benevento l’ha rigenerato dopo due anni passati a rincorrere il suo passato in Premier League. Sandro è il classico centrocampista che gioca davanti alla difesa e che un tempo si sarebbe definito “frangiflutti”. Come lo era Mark van Bommel nel Bayern Monaco e successivamente nel Milan di Allegri. Un giocatore di personalità, discreto nella tecnica, esuberante nel fisico e con un capiente bagaglio di esperienza. Sandro sarebbe ideale per dare equilibrio al centrocampo a tre (e alla fase difensiva) che ha in mente Ballardini.

Mandragora – Era un affare fatto settimana scorsa. L’interessamento dell’Udinese e l’irruzione del Monaco hanno raffreddato i contatti con la Juventus, che nelle vesti di società alienante spera di allestire un’asta. Mandragora è il più metodista dei quattro, bravo nel fraseggio corto come nel lancio lungo. Un centrocampista moderno, scoperto dalla ditta Sbravati&co, senza troppe lacune in fase di non possesso. Costa venti milioni: nel Monaco giocherebbe la Champions League con Pellegri, al Genoa tornerebbe a casa. In caso di cessione definitiva al Grifone la Juventus monetizzerà meno ma si cautelerebbe con la clausola di riacquisto.

Ekdal – Un talento mai espresso a pieno. La sua avventura migliore è stata al Cagliari. All’Amburgo, invece, un mare di guai: due salvezze e una retrocessione, quattro allenatori e una crisi societaria irreversibile che ha portato i Dinosauri in Zweiteliga per la prima volta dopo quasi cinquantadue anni. Ekdal non ha trovato continuità all’Amburgo per due motivi: incomprensioni tattiche e tanti piccoli infortuni che gli hanno fatto saltare addirittura quarantanove gare in tre anni. Lo svedese si esalta a campo corto, cioé quando parte con la palla nella metà campo avversaria; fatica nel ruolo di vertice basso di centrocampo.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.