Genoa, il calcio è materia liquida: il mugugno fa male

Andeazzoli è passato dalle lodi alle prime perplessità dopo due sconfitte episodiche

Kouamé Genoa
Kouamé in gol (dalla pagina Twitter della Serie A)

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Il calcio è materia liquida. L’espressione coniata da Bauman ben si appresta alla forma d’arte sportiva più amata e criticata in Italia: il football. Non c’è angolo del sapere, dall’Illuminismo a Steve Jobs, che appassioni così tanto gli italiani. E la materia è liquida perché le forme di espressione sono un perenne tutti-contro-tutti, come la società moderna. Le opinioni, poi, sono sensibili a un solo indicatore: quello che di solito campeggia in alto a sinistra in tv, dopo le iniziali delle squadre e prima del cronometro. Il risultato è una forma di prigionia mentale che condiziona i giudizi e intralcia i percorsi lavorativi: l’esempio, ancora una volta, è il Genoa.

Andreazzoli parte bene, anzi benissimo, rastrellando quattro punti contro Roma e Fiorentina. Un inizio tra lodi sperticate e paragoni immotivati con il passato più fulgido. Il problema è che il passato torna come una chimera al Ferraris: l’Atalanta di Gasperini vince a trenta secondi dal termine, cosa che lo rende spumeggiante in conferenza stampa. Il gol di Zapata apre una crepa che si vede solo da lontano ma che si allarga a Cagliari dopo un secondo tempo che fa perdere la pazienza a molte persone. Il mugugno bersaglia Andreazzoli e non risparmia i fianchi del suo gioco: stile eccessivamente offensivo e fase difensiva approssimativa.

Eppure il Genoa non è una squadra sbilanciata in avanti. Degli ultimi quattro gol solo uno (Joao Pedro) nasce da contropiede, innescato tra l’altro da una sciagurata palla persa da Sanabria. Il resto (Romero e Ankersen che lasciano calciare Zapata, Criscito che perde Simeone e l’autogol) sono errori individuali che esulano dalla tattica: gol così il Genoa li avrebbe incassati con qualsiasi allenatore. Andreazzoli, che infallibile non è, deve insistere con il proprio calcio e trovare un undici di sicuro affidamento. In modo da rendere meno liquida l’opinione sul suo operato.

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