Nel linguaggio marinaresco si direbbe che il Genoa dovrebbe prendere la migliore bolina. Dopo la sconfitta con la Lazio, del tutto preventivabile ma sgradevole nella forma e nella sostanza, inizia a spirare il vento del mugugno contro Ballardini. Poco gioco e poca personalità, le principali imputazioni al tecnico di Ravenna. Il veliero del Grifone naviga in acque ancora tranquille, è opportuno ribadirlo: ma la direzione dell’aria che si sta alzando, per restare in tema, è contraria al cammino rossoblù. Ballardini, uomo di terra e non proprio uno skipper nato, deve preparare le vele.
Il Chievo deve stimolare, mica fare paura. Dopo tutto è il fanalino di coda del campionato, ancora in passivo dopo la penalizzazione irrogata dal Tribunale Federale. E la proposta di gioco dei clivensi è attraente tanto quanto la bellezza architettonica del Bentegodi. La gara infrasettimanale coi veneti ricalca nei presupposti emotivi (e con tutte le probabilità anche tecnici) Genoa-Bologna: due squadre bloccate dal timore di sbagliare. E allora la vincerà chi sfruttera al meglio la bolina, l’andamento bordeggiante utile a risalire il vento. Perché è possibile navigare anche controvento.
Criticare Ballardini è un esercizio facile in questo momento. Era più difficile prevederlo qualche settimana fa successivamente ad alcune avvisaglie sorte nelle partite al Ferraris: il riferimento è alle riprese con l’Empoli e il Bologna. Il Grifo non regge a lungo con il centrocampo a due, fatica contro chiunque. Però, se schieramento a tre deve essere, che sia costruito con gli uomini giusti: Bessa metodista a Roma, a tratti, ha fatto tenerezza per l’innocenza nell’interpretazione delle due fasi. Solo il campo, mercoledì notte, dirà se il presunto turn over di Ballardini ha sortito benefici. Per il momento, e con il vento che inizia a spirare, è meglio mettersi di traverso, di bolina appunto, e risalire il più in fretta possibile. L’opportunità c’è.