Genoa batte Soylu, brilla la prolificità di Bianchi: a Neustift la prima del Grifone

Shomurodov sembra non sia andato in ferie, ok i giovani: Destro e Favilli poco ludici

Bianchi Genoa
Flavio Bianchi (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Genoa batte Bünyamin Soylu 5-0. Ciò basta per capire il valore effimero dell’amichevole di Neustift che ha rappresentato null’altro che una sgambata contro il portiere avversario durata novanta minuti. O forse meno, non fosse stato per una becera interruzione causata dallo scoppio dell’ennesimo petardo nei pressi di taluni tifosi rossoblù che ci tenevano particolarmente a farsi riconoscere dalle autorità locali, prontamente intervenute su richiamo dell’arbitro Hämmerle. É, invece, difficile riconoscere qualcosa di nuovo nel Genoa, e ci mancherebbe altro dopo una settimana di ritiro e la rosa di prime scelte ridotta all’osso: contro i dilettanti dello Stubai Ballardini ha mandato in campo un undici identificabile nell’accademico 3-5-2 (e non il modulo a quattro visto nella parte finale di stagione) per poi modificarlo, anzi stravolgerlo, con le sostituzioni nella ripresa. Sedici calciatori in panchina, senza contare Sturaro e Biraschi in quarantena cautelare e Badelj in arrivo nella seconda metà di ritiro: sono troppi.

La novità più rilevante è stata Agudelo, anarchico tra le linee, calciatore ancora da domare sotto l’aspetto della continuità e della presenza nell’arco della partita. Qualitativamente ottima e altresì pregnante d’altruismo la mezz’ora di Shomurodov, pungolato dalla consacrazione: un colpo di tacco, un velo intelligente e il primo gol della pre-stagione genoana. L’uzbeko ha suscitato l’impressione di non essere andato in ferie ma, anzi, di proseguire sulla falsariga della tarda primavera allorquando si mise in mostra un autentico Sho-d’oro-dov. Chissà se Ballardini lo proverà assieme a Yayah Kallon in una coppia d’assalto all’area di rigore avversaria tanto esplosiva nel breve quanto potente nel lanciato: due giocatori rapidi, difficili da leggere. Benché calcisticamente sia da scoprire, Kallon incuriosisce con un potenziale già palese: deve abituarsi a giocare di squadra e di reparto e ad attaccare la profondità con i tempi giusti poiché al momento basta una difesa di dilettanti per metterlo in fuorigioco.

Da rivedere Destro e Favilli, affatto lucidi, mentre fa sperare la prolificità e la voglia di segnare di Flavio Bianchi – autore di una tripletta, dopo la pacca in pubblico di Criscito – e di altri bravi ragazzi cresciuti nel vivaio del Genoa, bravi perché è chiaro come il sole che il percorso nel settore giovanile rossoblù li abbia equipaggiati di ciascun rudimento calcistico rendendoli preparati (Serpe e Gjini anche a livello fisico) per il salto definitivo tra i professionisti. Si è intravisto qualche bagliore di giocata di Buksa, schierato trequartista forse anche per l’esagerato numero di uomini offensivi in panchina; infine uno spezzone di partita per Vanheusden, impiegato in virtù di un nullaosta essendo ancora da ufficializzare. Le stagioni si costruiscono a partire da gare del genere, dove le gambe rispondono a singhiozzo agli impulsi del cervello. C’è tempo per i correttivi ma il lavoro da fare è tanto.

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