Genoa audace ma non fortunato, Blessin blinda la difesa

Prosegue il "New Deal" di 777 Partners: Zarbano saluta, reciso il penultimo filo con il passato

Portanova Blessin Genoa
Blessin rincuora Portanova (foto di Genoa CFC Tanopres)

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Il Genoa di Blessin è la squadra più audace del manipolo di sciagurate che popola il fondo della Serie A ma la fortuna proprio non lo aiuta. Benché sia vero che il tecnico tedesco sbagli qualche sostituzione di troppo, è parimenti innegabile rilevare che in circa quaranta giorni egli abbia dato forma a ciò che prima era pura astrazione: infatti sotto la sua guida carismatica da trascinatore – nell’autentico senso letterale di trascinare un peso morto – i giocatori rossoblù si sentono più forti a tal punto che, paradossalmente, hanno accettato di interpretare un calcio più rischioso da penultimi in classifica rispetto allo stile conservativo che andava in scena nelle prime giornate di campionato e con un’intera annata ancora da disputare. Blessin blinda la fase difensiva, appena due gol concessi in 540 minuti, e alimenta un entusiasmo che nella piazza genoana non si vedeva da anni: mosse preliminari più azzeccate non poteva fare.

Mancano i gol sebbene con Blessin lo spreco degli stessi sia una imperdonabile costante negativa che si registra fin dall’esordio con l’Udinese: le cause sono più di una e figlie della furia di aggiustare il campionato e dell’imprecisione di scelte e tiri negli ultimi sedici metri. Come se non bastassero i principali vizi di un organico bicefalo e per lo più mal assortito, nelle ultime tre partite il Genoa ha ricacciato in gola l’urlo di due reti salvate a ridosso della linea di porta da Svoboda e Asllani le quali avrebbero riscritto le sorti delle candidate alla corsa salvezza dando più ai meno, e viceversa. Questo Grifo così imperfetto che corre sul crinale della retrocessione sta onorando il finale di una stagione nata sotto i peggiori auspici tangibili fin da Neustift tra disimpegno della pregressa proprietà, parassitismo pecuniario e ripicche incrociate di vario ordine che hanno enormemente influito sul rendimento della squadra.

Il riordino generale imposto da 777 Partners prosegue con la (buon)uscita di Zarbano che recide il penultimo filo con il passato e chiarisce una volta di più che la prima vera stagione total-americana sarà la prossima, a prescindere dalla categoria. Ci vorrà del tempo prima di rivedere un Grande Genoa ma questo New Deal ispira fiducia sebbene la multinazionale abbia perfezionato l’acquisto del club più antico d’Italia a festa finita e con il conto ancora da saldare. Criscito, invece, ha rifiutato il sontuoso biennale da cinque milioni di euro netti più bonus del Toronto decidendo così di procrastinare ogni discorso sul proprio futuro oltre il 22 maggio: il capitano, o forse ex se la fascia resterà a Sturaro, ha vacillato molto di più rispetto al precedente corteggiamento della Fiorentina perché ha due anni in più e perché è mutato il contesto societario sebbene alla fine abbia prevalso la ragion di stato rossoblù.

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