Genoa, allenare la mentalità vincente con i risultati

Tra le Serie B d'Europa soltanto l'Amburgo ha una media punti in trasferta più alta del Grifone

Blessin Pajac Genoa
Blessin abbraccia Pajac (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

La sentenza d’appello emessa dal Ferraris, doppia conforme al dato emerso al Mazza non più tardi di tre settimane fa, certifica la superiorità del Genoa rispetto alla Spal. Una tessera di meno nel nebuloso puzzle delle sorprese della stagione. Non c’è stata partita perché entrambe le squadre hanno deciso che fosse così: il Grifone, dall’alto della sua abbondanza che germina in ciascun reparto, ha controllato il vantaggio mentre gli estensi paiono essere precipitati nel limbo dell’improvvisazione con la scelta di un allenatore capitato lì forse per caso avendo il curriculum immacolato d’esperienza. Daniele De Rossi continua a rincorrere sé stesso essendo faticosamente passato dalla dimensione di “capitan futuro”, non fosse stato per Spalletti, a quella di “allenator futuro”: un ingaggio più mediatico che tecnico, quasi come fece il Genoa con Shevchenko, con la differenza che l’ex Milan una nazionale l’ha allenata per davvero non limitandosi a frequentare gli amici di Casa Ucraina.

I rossoblù conquistano un biglietto per Roma – le prime pagine nazionali per un paio di giorni, quanto ne hanno bisogno nell’anno in purgatorio – e la possibilità di misurarsi con un club di alta Serie A, rinfrancando il profumo di nobiltà che distingue determinate partite dai palcoscenici ruvidi della periferia. Prima il Marulla, uno stadio cantierale; poi il Libero Liberati, in onore del motociclista, impianto desolatamente vetusto che non brilla in quanto ad estetica e comodità d’accesso. In fin dei conti è la Serie B, il girone dal quale il Genoa deve uscirne indenne, cosa che peraltro sta riuscendo agli uomini di mister Blessin avendo essi conquistato sinora l’80% dei punti in palio in trasferta (12 su 15): tale media è la seconda più alta tra le principali cadetterie d’Europa, dietro soltanto all’Amburgo dominatore della Zweite Liga di Germania con cinque partite vinte fuori casa delle sei disputate, una in più dei rossoblù.

L’andamento del Genoa è molto particolare – ogni tre punti, uno è ottenuto in casa e due in trasferta – ma comunque motivato dal calendario disomogeneo che ha riservato molti più avversari di spessore al Ferraris (con Parma e Cagliari, su tutti) piuttosto che fuori. É probabile, per non dire certo, che nel girone di ritorno simmetrico rispetto a quello d’andata tale tendenza si invertirà essendo previsti per il Genoa meno scontri diretti a Marassi e, pertanto, riconducendo le analisi nell’alveo della normalità che prevede la maggioranza dei punti conseguiti in casa. Serve che la capacità gestionale di mister Blessin indichi un equilibrio definitivo tra pazienza e aggressività. Ciò che non deve scemare, invece, è l’abitudine alla vittoria, attitudine che qualsivoglia squadra allena al pari della propensione alla sconfitta, posto che è indubbiamente più facile scolpire una mentalità vincente nel gruppo squadra attraverso i risultati positivi piuttosto che servendosi del gioco.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.