Genoa alla ricerca dell’identità di gioco: ora tocca a Blessin

Le partite estive non servono a crivellare di gol una compagine di dilettanti piuttosto che una sgangherata rappresentativa valligiana

Klos Blessin Genoa
Klos e Blessin (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

L’amichevole estiva sembra che abbia valore soltanto quando la propria squadra del cuore vince. La sconfitta, invece, la deforma in materiale da bigiotteria, per sua natura scevro da qualsiasi forma di critica. Al di là di tale risvolto infantile, che incomprensibilmente per chi scrive e per chi legge serve a maltrattare o a deplorare il calcio di luglio e agosto – dunque non ci si indigni se oltre agli allenamenti di tutto l’anno i club, come la Lazio, decidono di sbarrare le porte anche alle amichevoli nonostante la copertura tv satellitare – è piuttosto evidente che il senso delle partite estive non sia già di crivellare di gol una compagine di dilettanti piuttosto che una sgangherata rappresentativa valligiana; bensì, lo spirito del pre-campionato è animato dall’intento di creare un’identità di gioco, ancora latente nel Genoa eccepiti i venti minuti iniziali con il Maiorca, e dare forma a una base tecnico-tattica sulla quale lavorare ogni giorno.

Senza gioco neppure i campioni faticherebbero a vincere più di una partita da soli. Per chi ama un certo tipo di calcio propositivo, veramente alla tedesca post 2004, da parte del Genoa a Schwaz si è visto un eccesso di lanci lunghi effettuati con imprecisione in zona offensiva con la squadra bassa di baricentro e disarticolata nei reparti, beninteso che a luglio non è certo richiesto colpire il pendente della metaforica catenina sul petto di Coda: un chiaro controsenso, a maggior ragione suffragato dall’elevato tasso di umidità e dalla fisiologica carenza di brillantezza atletica che inibiva agli uomini di mister Blessin di accompagnare efficacemente l’azione e meno ancora di chiuderla con una conclusione entro lo specchio. Ciò andava a scapito dell’imprevedibilità della transizione genoana, della prolificità e parimenti del suo indice di pericolosità, posto che nel secondo tempo senza Badelj tale dato rasentava lo zero.

Serve di più, anche sotto il profilo dell’intraprendenza palla al piede, e non basta raccontare che il livello della Serie B sia scadente: la concorrenza è alta e l’elevato numero di scontri diretti, circa tra otto/dieci club, ridisegneranno la classifica cadetta ciascuna settimana. Il 4-2-4 nella testa di mister Blessin, tra i moduli migliori per attuare il Gegenpressing che sinora resta nella totale ideologia calcistica, ha però bisogno di innesti di qualità lungo le fasce, anche per mettere Coda nelle migliori condizioni per vedere la porta, e di due mediani che siano pronti a lanciarsi in avanti non appena persa palla, come ha dimostrato di saper fare Frendrup nel primo tempo quando, complice la modestia degli avversari del Genoa, la sconfitta sembrava uno scenario privo di ogni fondamento e la partita incanalata verso un pareggio. L’amichevole estiva serve anche a questo.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.