Gazzetta dello Sport, Genoa danneggiato dal decreto “dignità”

Il danno immediato provocato al Grifone e ai club di serie A dal provvedimento ammonterebbe a circa 200 milioni. Non tutti gli esponenti dell'esecutivo sono d'accordo con i Cinque Stelle


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Non solo Genoa, naturalmente, ma l’elenco comprende pure Juventus, Inter, Milan, Napoli, Roma, Lazio, Sampdoria, Cagliari e Udinese. Mezza Serie A che, a conti fatti, detiene contratti che la legano a società di betting che prossimamente potrebbero vedere bandite le pubblicità di scommesse sul calcio. Questo l’esito del decreto “dignità”, teorizzato da Luigi Di Maio (CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÚ), che andrebbe potenzialmente a mandare in fumo 200 milioni di euro stipulati tra il pallone e il mondo degli scommettitori. Sarebbe un salasso per il sistema, come vi riportavamo ieri, perché già la Serie A non se la passa benissimo e ora, dalla revoca delle pubblicità in questione, potrebbe venirne seriamente minata la sopravvivenza.

Stando ai conti di oggi su La Gazzetta dello Sport, per i diritti tv i broadcaster investirebbero 70 milioni. E il calcio italiano, che è la decima industria del paese per movimentazione di denaro (con un volume d’affari di 14 miliardi di euro), ne risentirebbe a oltranza. Sempre che, come ipotizzato da Mauro Balata, presidente della Lega di B, il Governo non vari un decreto in direzione opposta. Anziché vietare la pubblicità di scommesse, dunque, versare una parte del gettito di denaro nel mondo del pallone. Del resto, “lo fanno già in Francia”.

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