«Certo. Vent’anni di gioie e sofferenze non si cancellano. A Genova ho speso una parte importante della mia vita». Enrico Preziosi ha risposto così alla domanda “Segue ancora il Genoa?” posta dalla Gazzetta dello Sport in un’intervista. L’ex presidente e proprietario è stato amato e contestato dai tifosi rossobù: ha svolto molti affari con l’Inter. «L’ultimo Pinamonti – racconta – oggi rossoblù. Gli interisti erano ancora in debito con me per Milito e Motta: senza quei due non avrebbero vinto il triplete. Nella mia gestione c’è sempre stata simpatia». Preziosi racconta un retroscena: «Moratti investì parecchio, pranzai con lui e Mourinho e gli dissi che quei due fenomeni gli avrebbero portato lo scudetto. Non parlai di triplete ma feci una scommessa con Moratti: Milito e Motta almeno a quota 20 gol. Solo Diego ne segnò 30. Cosa vinsi? Una stretta di mano. Nella trattativa ci trovamo subito, feci inserire il cartellino di Bonucci che avevo visto una volta ad Ascoli». Invece Palacio «All’Inter ci è arrivato tardi ma ha dato un gran contributo».
Su Gasperini: «Non è il suo esonero l’errore più grande che ho fatto. Ha un caratttere particolare. Il punto di non ritorno arrivò dopo uno striscione di alcuni ultrà, “Gasperini taci e allena”. Non è vero che litigammo per la storia della mancata licenza Uefa che cancellò la qualificazione del Genoa in Europa».
La cessione più soddisfacente è stata «Piatek. Preso a 5 milioni e rivenduto a 35 dopo 6 mesi. Pure Milito l’ho rivenduto bene ma l’avevo pagato 12 dal Saragozza».
I suoi errori: «Lewandowski. Già firmato, faccio saltare tutto per una commissione con l’agente». E aggiunge: «La più grossa? Forse aver preso Malesani. Mi parlava sempre del suo vino e forse l’aveva un po’ condizionato: in campo lo capii subito con le scelte che faceva…».
Sulla gara di stasera: «Ma occhio al Grifone: mi piaceva già con Gilardino e con Vieira è una squadra più “cazzuta”. Ma per i nerazzurri non sarà una passeggiata»