«C’è sempre qualche dirigente con cui hai più feeling e qualcuno che magari può essere meno convinto del tuo valore». Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Alberto Gilardino ha parlato del suo esonero e della sua esperienza al Genoa. «Il mio riferimento – ha proseguito – è sempre stato il presidente Zangrillo che anche nelle difficoltà ha dimostrato lealtà, aiuto, vicinanza: un uomo saggio e di spessore». Il tecnico ha però aggiunto: «Non nego però che la sensazione di non essere mai stato nelle grazie di qualcuno mi abbia lasciato la cattiva sensazione, nei momenti più difficili, di essere sempre in discussione».
Nonostante la rottura del suo rapporto professionale, Gilardino conserva un ottimo riccordo della sua esperienza in rossoblù: «Un viaggio incredibile da un punto di vista professionale e umano, ricco di soddisfazioni, di emozioni e di esperienze. L’esonero non macchia la storia, anche se mi ha lasciato grande amarezza: fa parte del nostro mestiere e anche da queste delusioni si devono trarre insegnamenti. Presi la squadra in corsa dalla Primavera e tornare in A dopo solo un anno dalla retrocessione non era scontato. Ci siamo riusciti anche grazie alla grande coesione tra club, squadra e tifosi. ed è stato il segreto della salvezza con l’undicesimo posto e 49 punti: record di sempre del Genoa da neopromosso». Il tecnico ha anche spiegato di aver fatto esordire 13 giovani più la valorizzazione di Dragusin, Martinez, Retegui e Gudmundsson che sono stati ceduti e che hanno portato nelle casse societarie circa 100 milioni. Riguardo all’islandese, Gilardino spiega di aver influito molto: «Perché quando sono arrivato, non giocava quasi mai. Per lui ho cambiato l’assetto tattico, da “solo esterno” abbiamo lavorato per portarlo dentro il campo e lasciargli libertà assoluta nella tre quarti avversaria, consentendogli una scelta continua».
Riguardo alle cessioni, Gila spiega alla “rosea”: «Certe cessioni sono inevitabili per le casse del club e non è facile trovare sostituti subito pronti a non farli rimpiangere, ma noi abbiamo pagato soprattutto i tanti infortuni di giocatori su cui facevamo affidamento. In più circolavano tante notizie destabilizzanti sulle difficoltà economiche della proprietà. Nonostante questo, non ho mai trovato alibi e con i ragazzi rimasti a disposizione abbiamo provato a tenere duro, perché era il momento di stringere i denti. Mi spiace, sinceramente, essere stato esonerato dopo una vittoria in trasferta e un pareggio, quando si stavano recuperando gli uomini e ormai si vedeva la luce in fondo al tunnel».