Gazzetta dello Sport – Benedetta Signorini: «Papà era testardo e ha lottato contro la Sla»

«Non riusciva a giocare a beach volley, così è cominciato il suo calvario». Il Genoa e i suoi ex compagni gli sono stati sempre vicino

Gianluca Signorini, il capitano del Genoa morto per la Sla nel 2002

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«Non riusciva a coordinare i movimenti dell’occhio e della mano, non alzava la palla per la battuta». Benedetta Signorini, figlia di Gianluca indimenticato difensore del Genoa, ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport come ebbe inizio il calvario di suo padre con la Sla. Una malattia che costringe il paziente all’immobilità ma lascia lucido il cervello.  «Papà era testardo e ha lottato contro la Sla» ha ricordato: il giocatore è scomparso nel 2002.

Benedetta ha raccontato l’affetto del mondo rossoblù per il padre: «Il Genoa ci è sempre stato vicino. tanti ex compagni venivano a trovare papà malato: Torrente, Collovati, Bortolazzi e altri».

I suoi ricordi di adolescente quando Gianluca giocava nel Grifone: «Quando giocava nel Genoa, mi inorgogliva essere con lui all’uscita dallo stadio di Marassi: c’era questa salitella, sbucavamo in corso De Stefanis e i tifosi lo attorniavano. Era il loro capitano, lo adoravano. Mi fa piacere che il Genoa abbia ritirato la sua maglia, la numero 6, e che gli abbia intitolato il centro d’allenamento, a Pegli».

Il suo giocatore preferito di oggi: «Frendrup. Genuino e generoso come papà».

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