Storia di un Genoa da raccontare e di un episodio antegisnano del calciomercato: l’ingaggio di Roberto Pruzzo da parte del Grifone, allora presieduto da o sciô Rénso Fossati. La pagina “Il Nobile Calcio” ripercorre le tappe della rocambolesca individuazione del ragazzo di Crocefischi il quale esordì appena diciottenne con la maglia rossoblù. La fortuna di Pruzzo, infatti, fu quella di avere uno zio benzinaio che lavorava nelle vicinanze del ristorante dove Fossati era cliente abituale, oltreché un talento smisurato.
«Era il nipote del benzinaio sopra i “7 nasi” e teneva la macchina di mio papà: tutte le mattine gli diceva che aveva un nipote che era un fenomeno a Crocefieschi. Così un giorno lo fece mandare a fare un provino con il mitico Lino Bonilauri. Era proprio un fenomeno e costò il prezzo di un caffè» scrive Gianni Fossati, figlio del patron Renzo, tra i commenti dell’articolo.
Gianni Brera definì Pruzzo «ligure di razza nordica, gatto sornione, abulico e freddo quanto basta ad intuire d’acchitto quando serve a prodigarsi su una palla e quando no». Dopo sessantasette gol (di cui uno entrato nell’epica rossoblù) e un titolo di capocannoniere in Serie B, il presidente Fossati cedette “O Rey de Croxe” alla Roma per tre miliardi di lire e il prestito annuale di Bruno Conti – alla sua seconda esperienza genoana – come contropartita tecnica.