Financial Times – La Utah Insurance Commission ordina ad A-Cap di cessare nuove attività

Tre delle cinque compagnie assicurative afferenti alla società si trovano in una «condizione finanziaria pericolosa»

Wander Blazquez Genoa A-Cap
Joshua Wander e Andres Blazquez (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Dagli Stati Uniti provengono aggiornamenti sostanziali sull’intricata vicenda finanziaria che coinvolge A-Cap, 777 Partners ed altri soggetti. Secondo il Financial Times, lo scorso 2 dicembre la Utah Insurance Commission guidata dal commissario Jonathan Pike avrebbe emesso un ordine di emergenza poiché tre delle cinque compagnie assicurative afferenti ad A-Cap si trovano in una «condizione finanziaria pericolosa». Ciò rappresenta un «pericolo immediato e significativo per la salute pubblica, la sicurezza o il benessere» dei sottoscrittori: entro la fine di dicembre esse devono cessare di stipulare nuove polizze.

«Le compagnie stanno utilizzando fondi provenienti da nuovi premi e/o liquidando investimenti […] per adempiere alle loro obbligazioni man mano che scadono» scrive la Commissione nell’ordine di emergenza. Se le compagnie dovessero continuare ad operare nonostante l’acclarato deficit patrimoniale, che potrebbe condurre persino alla bancarotta, un consumatore «che acquista una polizza potrebbe non ottenere la protezione finanziaria che la polizza dovrebbe offrire». La Commissione dello Utah non esclude il ricorso a determinate azioni, quali la riabilitazione, la liquidazione o altre procedure per insolvenza che andrebbero a limitare fortemente i flussi di cassa verso le compagnie assicurative.

Il Financial Times spiega che tre dei maggiori prestiti concessi da A-Cap sono compromessi. Ad esempio, il recupero del prestito concesso a Flair Airlines, ex sussidiaria di 777 Partners, secondo le stime sarebbe dell’11% mentre quello concesso alla società JARM, attraverso cui Joshua Wander ha una quota in 777 Partners, ha un recupero stimato appena del 17%.

Dallo Utah ci spostiamo a New York, perché le ripercussioni possono scatenarsi sulla causa intentata da Leadenhall Capital contro 777 Partners. La prima, che si dice creditrice per 609 milioni di euro, avrebbe accusato Kenny King (numero uno di A-Cap) di essere il socio occulto di 777 Partners e l’artefice di frodi su vasta scala. Ricorrendo al tribunale di New York, Leadenhall ha ottenuto un’ingiunzione per impedire ad A-Cap di disporre dei beni di 777 Partners. I giudici hanno stabilito che l’ingiunzione copre anche i tentativi di A-Cap di concludere un accordo con Friedkin Group riguardante i 200 milioni di sterline prestati all’Everton (Leadenhall vanta un diritto su tali fondi grazie a una garanzia scritta ricevuta da 777 Partners) nell’ambito del fallito tentativo di acquisizione del club di Liverpool da parte di Wander.

Dopo l’ordine di emergenza emesso dalla Commissione dello Utah, il creditore Leadenhall potrebbe sollevare eccezioni che potrebbero creare ulteriori problemi ai Friedkin, all’Everton e a King. Tra queste, secondo il sito Josimar, ci sarebbe una mozione se la transazione per rimborsare i 200 milioni di sterline venisse completata senza l’approvazione esplicita del tribunale di New York. Leadenhall vuole assicurarsi che la transazione avvenga a un valore equo e che i relativi proventi vadano a 777 Partners, e non ad A-Cap (che ha un bisogno disperato di denaro), poiché 777 non ha fondi per saldare il debito verso Leadenhall.

La situazione è intricata per l’Everton, ma anche per per gli altri club di 777 Partners. Il Red Star sembrava vicino alla cessione, ma la società immobiliare texana Todd Interests si è ritirata prima del closing. Il Genoa non ha ancora approvato il bilancio al 30 giugno 2024: servirà aspettare almeno la metà di dicembre. Inoltre, il comunicato di ieri diramato da Villa Rostan, che contraddirebbe le dichiarazioni rese dal ceo Andres Blazquez, ha gettato nuovo caos tra i tifosi. Secondo Josimar, la complessa catena di proprietà del Genoa (che descrivemmo su Pianetagenoa1893.net nel novembre 2021) controllato da 777 Partners tramite una società spagnola chiamata Sevillistas Unidos, aggiunge ulteriore confusione al futuro del Grifone. Nel mentre, Steve Pasko, dopo aver messo in vendita il suo yacht, ha posto sul mercato il suo attico di Miami da 387 metri quadri per 17,75 milioni di dollari.

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