«Ora andiamo a comandare»: e il Genoa ha comandato alla grande contro la Spal. «Aggressivi dal primo minuto per non farli entrare in partita» aveva spiegato Blessin, e il Grifo ha iniziato al gran trotto. «Voglio solo il gol su azione» e Cosa lo ha cercato, voluto e fatto alla sua maniera.
Insomma, la colta Ferrara ha offerto un eccellente Grifone, tanto che per la prima volta tutti hanno esclamato: «Sembra un Genoa da serie A».
Ora, senza esagerare con gli aggettivi, la gara è stata bella, piacevole con i rossoblù assoluti padroni del campo e con Blessin che finalmente miglioramenti confortanti e quindi ricchi di speranze.
Va anche detto che, purtroppo, i ragazzi rossoblù a mezz’ora dalla fine (eccezion fatta per il pregevole gol di Gudmundsson) sono sono diventati un “istituto di beneficenza” e non hanno voluto infierire con altre marcature. Decine di occasioni buttate al vento. E’ vero che gli avversarie erano in 10 uomini e due gol sembravano sufficienti: ma occorre ricordarsi di certi altri nostri avversari che vi infilavano senza pietà con 5-6 gol!
Però dobbiamo dire che Herr Blessin sta diventando un tecnico sempre più preparato giornata dopo giornata di campionato. Personaggio anche molto spiritoso: in recenti interviste, aveva raccontato il suo percorso di vita, andato male come poliziotto, poi come assicuratore, infine come calciatore. L’unica possibilità rimasta, aveva spiegato, era scegliere di diventare allenatore. E va detto che finalmente questa è sembrata davvero la strada giusta. Lo sta dimostrando proprio al Genoa e hanno fatto bene i 777 Partners a confermarlo, anche in momenti delicati. Guardate la gara di Ferrara: non ha sbagliato nulla. Dopo allenamenti adeguati ha finalmente capito certi meccanismi, ha scoperto le attitudini di molti calciatori e ha schierato una formazione forte e concreta, finalmente dotata di individualità al loro posto e di una struttura di squadra molto attenta. Sicuramente gli atleti rossoblù hanno avuto cuore e motivazioni, ma questa volta si è intravista una visione tecnica interessante.
Il Grifone aveva in pratica quattro punte: ha dominato la gara, poteva segnare altri e gol e soprattutto non ha rischiato nulla. Ha certamente schierato tre uomini decisivi, come Strootman, Aramu e Gudmundsson (oltre naturalmente a Coda), che si attendevano da tempo. Il centrocampista olandese ha finalmente offerto una prestazione illuminante, da vera “lavatrice” di palloni come faceva quando era alla Roma: un giocatore che volevamo da tempo in campo e chiedevamo alla società di cercarlo e ingaggiarlo. E poi Aramu, il “mago”, uomo di riferimento alle spalle di Coda, muovendosi anche su tutto il fronte di attacco.
E finalmente si è visto il Genoa giocare ben allineato, pur avendo ben quattro punte. Ora Blessin dovrà continuare a tenere sotto torchio i suoi uomini, sapendo che ormai la cosiddetta organizzazione di gioco (quella che i tecnico chiamano tattica) comincia ad apparire concretamente: è l’elemento che consente di «andare a comandare». Venerdì arriverà al Ferraris il Cagliari acciaccato dopo il 4-1 subito in casa dal Venezia. Non so se Blessin conosce la canzone di Edoardo Bennato “L’isola che non c’è”. speriamo che sia così…
Vittorio Sirianni