Ferrero: “Mi scuso con Genova e con il popolo genovese, che amo”

"Sognavo la finale di Coppa Italia come premio per il culo che mi faccio in sta cazzo di città" aveva affermato il presidente della Samp dopo la sconfitta col Milan in Coppa Italia, scatenando le ire dei genovesi e dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi

Massimo Ferrero (Foto Paolo Rattini/Getty Images)

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“Quello che ho detto dopo la partita con il Milan era solo un intercalare, una sorta di licenza poetica. Se sono stato frainteso, chiedo scusa alla città e ai genovesi che ammiro e ribadisco, come tante volte ho detto, che Genova è una città magica, forte, che non si arrende mai”. Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, si è scusato nei confronti della città di Genova durante il collegamento telefonico con “Derby in Terrazza”. Il patron blucerchiato aveva suscitato un vespaio di polemiche dopo la sconfitta in Coppa Italia contro il Milan, in cui aveva pronunciato una frase infelice in cui c’era un insulto alla Superba: “Sognavo la finale di Coppa Italia come premio per il culo che mi faccio in sta cazzo di città”. Ciò aveva scatenato l’ira di Maurizio Rossi, editore dell’emittente, che aveva chiesto a Ferrero di lasciare Genova.

Ferrero e Rossi hanno avuto un chiarimento al telefono e il presidente ha deciso di precisare il senso delle proprie affermazioni e di scusarsi direttamente attraverso Primocanale. Lo ha fatto durante  la trasmissione Derby in Terrazza per chiarire non solo con i tifosi blucerchiati ma anche con tutti i genovesi. “A me dispiace sinceramente – ha affermato Ferrero – e molto ma dovete credermi che sono stato frainteso, non era lontanamente nelle mie intenzioni definire in quel modo Genova  dando alla frase un senso dispregiativo. L’ho usato ne più ne meno col significato che voi solitamente  attribuite alla parola “belin”, se mi permettete direi quasi in modo amorevole, per me “c…” era una licenza poetica ma chiedo scusa con serenità. Semplicemente la delusione era tanta perché il mio sogno era quello di riportare Genova e la Sampdoria ad una finale di coppa Italia, l’ho detto perché sono umano ed ero arrabbiato sul momento”. E ha aggiunto: “Io amo i miei tifosi sampdoriani e stimo molto la città di Genova così come i genovesi che si sono rimboccati le maniche e rialzati con grande orgoglio. Quando sono arrivato avevo ancora il cuore giallorosso, ora mi sento sampdoriano al 100% e anche un po’ genovese, dato che passo la maggior parte del mio tempo qui e cerco di fare una Sampdoria migliore”.

Infine, le scuse: “Detto questo Vi chiedo comunque scusa perché mi rendo conto che la frase, per tutto ciò  che sta vivendo la città e se decontestualizzata, è stata fuori luogo e vorrei davvero non averla pronunciata”.

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