L’affaire “scudetto 1915” continua a richiamare l’attenzione su una vicenda, di per sé, triste, sia storicamente sia sportivamente.
Per quanto riguarda l’aspetto storico, ripercorrere, da una angolazione calcistica, un periodo caratterizzato dalla prima follia mondiale, che ha causato milioni di morti ed ha posto le basi per una rivoluzione sociale, mi sembra, quantomeno, irrispettoso.
Sportivamente, poi, qualunque trofeo, se non conseguito sul campo, a mio avviso, non ha senso, in quanto serve unicamente ad ingannare i tifosi, facendo loro consegnare un primato solo statistico.
Poste queste premesse e dopo aver ascoltato la richiesta formulata inizialmente da un gruppo di tifosi e, successivamente, dallo stesso Presidente della Lazio, per il riconoscimento, sia pure ex equo, dello scudetto nazionale 2015, mi sembra doveroso ascoltare, trattandosi, infine, di un “processo alla FIGC” le dichiarazioni dell’altra parte, il Genoa, attraverso le parole, raccolte in una intervista pubblicata sul sito “Pianetagenoa1893.net”, di Giancarlo Rizzoglio, scrittore e membro del Comitato storico scientifico della Fondazione Genoa 1893.
Una ricostruzione esposta, a mio avviso, con dovizia di particolari e trattata senza alcuna animosità, ma con apprezzabile spirito storico.
L’esposizione di una realtà obbiettiva che dovrebbe essere accolta anche dai tifosi laziali, coinvolti anche inconsapevolmente, all’inseguimento di uno “scudetto bellico”, per di più ex equo, che darebbe prestigio solo all’attuale presidenza del Club, tuttora egoisticamente gelosa di altri due trofei, quelli sì vinti, ed alla grande, sul campo: il 1974 (Presidente Lenzini), 2000 (Presidente Cragnotti).
Alfredo Parisi
Presidente Federsupporter