Il presente Studio è stato redatto precedentemente alla presa di posizione (11 maggio 2020) del Comitato tecnico scientifico che, pur permettendo la ripresa delle sedute collettive delle squadre di calcio, ha richiesto una rivisitazione del Protocollo presentato dalla Figc.
Questo è quanto affermato, nella dichiarazione congiunta, dai Ministri della Salute e dello Sport “Il parere richiesto dal Governo sul protocollo presentato dalla Figc è stato espresso dal Comitato Tecnico Scientifico e conferma la linea della prudenza sinora seguita dai ministeri competenti. Le indicazioni del Comitato, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti del Protocollo in modo da consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti di squadra a partire dal 18 maggio”.(cfr. www.gazzetta.it).
Due sono i punti fermi posti dal CTS, da considerarsi condizioni inderogabili :
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L’isolamento, in caso di contagio di un solo giocatore, dell’intera squadra e dello staff, sull’esempio della recente gara del Campionato minore tedesco Dynamo Dresda-Aue;
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La responsabilità del medico sociale dei club, chiamato a rivestire un ruolo strategico e determinante nell’attuale gestione della pandemia e non solo.
L’intervento nella serata di ieri, 11 maggio, al TG1 del Ministro Spadafora è chiarissimo: ”Se la FIGC non manderà in quarantena tutta la squadra, allora saranno i medici delle società a doversi assumere ogni responsabilità. Inoltre, i test messi a disposizione dei calciatori non devono essere effettuati a discapito degli altri cittadini”. Affermazione, quest’ultima che prende, peraltro, indirettamente atto di quanto affermato da Federsupporter ( cfr. www.federsupporter.it “Calciatori,prevenzione,protezione e tifosi”) circa il fatto che i test per i calciatori non possono e non devono avere alcuna corsia preferenziale.
Ed è proprio sulla posizione centrale del Medico sociale che è stata effettuata l’analisi che segue, con riferimento al Protocollo ministeriale del 3 maggio scorso, in cui le rigide direttive assunte per gli allenamenti individuali diventano una vera e propria barriera per le disposizioni di prevenzione e protezione collettiva.
Alfredo Parisi
Presidente Federsupporter
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