Federsupporter: ora basta con l’indice di liquidità!

Questo indicatore da solo non ha alcun significato se non lo si mette in correlazione con altri due, che permettono di giudicare se la società è in equilibrio economico e finanziario: l’indicatore di indebitamento e quello sul costo del lavoro

Alfredo Parisi, presidente di Federsupporter

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Già nel settembre 2020 (cfr. www.federsupporter.it, 24 .09.2020) avevo richiamato l’attenzione sul rispetto delle regole stabilite dalla Co.Vi.Soc. e confermate dalla FIGC nel Comunicato Ufficiale del 18.12.2018, recepite,poi, dalla NOIF ( art. 85, Sezione VIII).

Tali regole prevedevano e prevedono un controllo della situazione economico-finanziaria dei Club professionistici sulla base di determinati valori soglia.

Il controllo deve essere effettuato con riferimento, non solo al bilancio d’esercizio, ma anche alle situazioni semestrali e trimestrali, così da permettere un monitoraggio costante della situazione dei club, in particolare in occasione delle finestre di calcio mercato.

Proprio questo monitoraggio ha portato la FIGC ( cfr. Comunicato Ufficiale 284/A del 9. 06.2021) ad un intervento, quasi obbligato in relazione alle “grida manzoniane” dei proprietari dei club, diretto a modificare il valore soglia dell’indice di liquidità, portandolo da 0,80 a 0,60, con riferimento alla situazione intermedia al 31.03.2021.

Le cause che hanno portato la FIGC a questo intervento per “mitigare” tale indice sono riconducibili alla pandemia che ha negativamente inciso “sugli incassi dalla biglietteria” e la “ contrazione delle risorse derivanti dalle attività commerciali”, concause che hanno impattato sul trading dei calciatori nella sessione estiva.

Infatti, qualora tale indice non venga rispettato, il club non può effettuare operazioni di acquisto di calciatori.

In questi giorni, i media riportano le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato della Lega Calcio Serie A che ha fornito un elenco dei club che NON hanno rispettato l’indice di liquidità: Bologna, Cagliari, Empoli,Genoa, Lazio, Sassuolo.

Mentre i club “ virtuosi” sono risultati: Atalanta, Fiorentina, Hellas Verona, Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma, Sampdoria, Spezia, Salernitana, Torino, Udinese, Venezia.

Come si ha modo di vedere, tra questi ultimi figurano club che risultano con notevoli perdite di esercizio e con un considerevole indebitamento verso il sistema bancario.

Ma, così come evidenziato nella richiamata mia Nota, questa “ virtù”, solo a volerlo, può essere ritrovata “intervenendo sull’indebitamento la cui riduzione non può prescindere da una sostanziale iniezione di mezzi finanziari (es. aumento di capitale o forme assimilabili) da parte dei soci di riferimento dei club” .

Questi stessi soci che hanno, avuto il coraggio di richiedere al Governo interventi pubblici in loro favore.

La “ litania” del “non posso fare acquisti perché sono bloccato dall’indice di liquidità”, può, più semplicemente, essere letta come “non voglio mettere soldi nel capitale della mia società”…. Ci pensino i tifosi ( biglietteria, merchandising etc.) !

Per una più semplice visione di cosa sia questo indice di liquidità ( peraltro, chiaramente illustrato dalla FIGC nel suo Comunicato), mi permetto di richiamare l’attenzione su quanto segue.

L’indice di liquidità è finalizzato a mettere in evidenza quante attività (Attività correnti) possono essere liquidate nel periodo considerato, appunto il periodo ”corrente” ( denaro in cassa o presso le banche, crediti da incassare, attività-es. merci- da vendere) per poter far fronte ai debiti in scadenza nello stesso periodo (Passività correnti).

Qualora un rapporto tra Attività correnti e Passività correnti si presenti uguale a 1 (valore che , come detto, la FIGC ha portato a 0,60), la società è in ottimo stato di salute finanziaria nel periodo esaminato: più alto è questo valore più l’impresa si presenta liquida.

Ma questo indice è determinante, come sopra detto, per il trading dei calciatori, in quanto da solo non ha alcun significato se non lo si mette in correlazione con gli altri due indicatori, che permettono di giudicare se la società è in equilibrio economico e finanziario: l’indicatore di indebitamento e quello sul costo del lavoro.

E’, quindi, possibile che un club presenti un indebitamento oltre i 12 mesi elevato, peraltro, compensato da attività potenzialmente fonte di ricavi ( sponsorizzazioni, cessione di giocatori, cessione di diritti tv etc.) ed avere un indice di liquidità in regola: gli esempi della AS Roma, come dell’Inter , del Milan e della Juventus sono significativi.

Si pensi al valore del parco giocatori ( inserito in bilancio tra le attività NON correnti) in grado di generare plusvalenze che, una volta realizzate, vanno ad aumentare la liquidità.

Quindi, a chi può essere imputato il mancato rispetto dell’indice di liquidità?

Alfredo Parisi

Presidente Federsupporter

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