Fabrizio Casalino non è tifoso di calcio, ma ha accettato di parlare del derby di dopodomani ai microfoni di Pianetagenoa1893.net al “Ghe semmo festival” di Campomorone, una partita che coinvolge tutta Genova. «Intanto contrappone – risponde il noto comico e cantautore – due componenti dei Pirati dei Carruggi che sono Andrea Ceccon che è sampdoriano e Enrique Balbontin che è un genoano doc».
«Io spero che vada tutto bene, nel senso che ho sentito che se le sono promesse. Spero però che sia un derby assolutamente amichevole: poi non so per chi tifare, non ho la più pallida idea». «Io tengo per tutt’e due» afferma ridendo.
Ma visto da fuori, da un “non appartenente al mondo del calcio e del tifo”, il derby per te che cosa rappresenta?
«Rappresenta un ingorgo attorno allo stadio. E poi quando vado alla stazione a prendere il treno vedo tanta gente con le maglie. E’ un distacco quasi assoluto: io sono un musicista, mi dedico ad altro».
A proposito di musica: progetti futuri?
«Sto cercando di mettere giù le mie canzoni in genovese. Ho scritto tante canzoni in genovese che sono circolate in via clandestina e adesso vorrei fare un disco, una specie di progettino. Ho scritto anche canzoni per ciascun quartiere, come per Sestri Ponente e per Voltri che sono diventati dei piccoli “inni”».
Molti musicisti non amano il calcio, fatta eccezione per il Genoa di Bresh e di Jack Savoretti: quali sono i motivi dell’idiosincrasia per il calcio e per il mondo dello sport in genere?
«Il calcio è uno sport di contatto, uno sport molto fisico. Io sono una persona meno fisica, ho bisogno di un certo distacco: ho preferito sport come il tennis, dove sei solo nella tua metà campo ed è una lotta contro un singolo avversario più cerebrale. Il calcio è invece uno sport molto sociale: io preferisco leggere un libro sul gioco, ho un approccio bibliografico e mi è mancata la forza di buttarmi».