ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – GIUSEPPE PILLON: «Bravo Gasperini, la tua filosofia è vincente»

Un ex allenatore di Genoa e Reggina, Bepi Pillon, presenta la sfida del "Granillo" ed analizza il momento di forma e le possibilità  in chiave Champions dei ragazzi di Gasperini


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Un allenatore sfortunato, almeno sulle panchine di Genoa e Reggina. Bepi Pillon, che ha dovuto fare i conti con la poca pazienza delle rispettive società, è stato costretto a lasciare incompleto il proprio lavoro e a pagare, oltre ai propri demeriti, situazioni parecchio intricate.

Quando arrivò al Genoa erano i tempi di Scerni e Mauro: l’”illicenziabile” durò appena tre partite e venne esonerato alla terza giornata, con un bilancio di due sconfitte ed una vittoria.

Quest’anno, a Reggio Calabria, Pillon rilevò Orlandi ma, in quattro gare, ottenne solo un punticino. Il presidente Foti decise così di riaffidarsi al tecnico silurato poco più di un mese prima.

La carriera di Pillon è caratterizzata, però, anche da diverse parentesi molto positive come quelle con Treviso e Chievo.

Signor Pillon, domenica prossima si affronteranno due squadre del suo passato: Genoa e Reggina. Che partita si attende?

«Si tratta di una gara decisiva per la Reggina che, per continuare a sperare nella salvezza, è chiamata ad ottenere sei punti, o almeno quattro, dal doppio turno casalingo con Genoa ed Udinese. Anche i rossoblu, però, cercano a tutti i costi un risultato positivo nell’intento di difendere il quarto posto».

La Reggina, così come il Genoa, dovrà fare a meno di diverse pedine importanti: Corradi su tutti. Pensa che scoccherà l’ora di Stuani o di Brienza?

«Non voglio entrare in questioni tattiche. Sarà l’allenatore a puntare sui giocatori che riterrà più in forma e maggiormente adatti a questo tipo di partita. Credo che la Reggina, comunque, vorrà impostare una gara d’attacco, anche se dovrà stare molto attenta a non scoprirsi troppo. Il fronte offensivo del Genoa, anche senza Milito, è sempre micidiale».

Si reputa uno dei padri di quel calcio che va di moda adesso e che ha in Gasperini uno degli esponenti più autorevoli?

«Padre no, perché altrimenti vorrebbe dire che sarei troppo vecchio, ma noto una certa affinità tra il mio modo di intendere il calcio e quello che stanno mettendo in mostra alcuni dei tecnici rampanti della serie A. Allegri e Gasperini, ad esempio, li conosco molto bene ed apprezzo davvero la loro filosofia di gioco, con il collettivo ad essere privilegiato sulle individualità. Lo spettacolo, inoltre, ne guadagna, senza dimenticare che anche i risultati gli stanno dando ragione».

Quel Gasperini che sta tirando fuori il meglio dai propri giocatori per cercare di centrare un risultato storico come la qualificazione in Champions League…

«E’ una lotta incerta ed avvincente che si deciderà solo in extremis. La Roma è leggermente attardata ma il blasone, le ambizioni e la forza di cui dispone le impongono di crederci fino in fondo. La Fiorentina possiede i mezzi necessari per centrare l’obiettivo ma la squadra favorita è, a mio parere, il Genoa, perché scende in campo con la consapevolezza di essere la rivelazione del campionato e con la tranquillità di chi ha già fatto più di quanto gli era stato richiesto. Se riuscirà a qualificarsi per la Champions League avrà ottenuto un risultato storico, se si piazzerà in zona Uefa potrà lo stesso godersi una stagione ricca di soddisfazioni».

Claudio Baffico

 

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