ESCLUSIVA PG, PALLADINO: «Genoa in difficoltà per le insicurezze dei giocatori»

«Rovella? Gli consiglio di dare la priorità assoluta al campo e non distrarsi» spiega l'ex rossoblù

Palladino
Raffaele Palladino, pollice alto (foto Genoa cfc Tanopress)

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Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Raffaele Palladino in vista di Genoa-Juventus, undicesima giornata di campionato in programma domenica alle ore 18.

Mister Palladino, come procede la sua avventura al Monza? «In questo momento sono l’allenatore dell’Under 15, è stata una mia volontà che ha assecondato il dottor Galliani. Mi sono catapultato in questa nuova realtà entusiasmante».

Fa un po’ effetto chiamarla mister… ma quel Genoa fu una covata di allenatori. «Abbiamo avuto un grande maestro come Gian Piero Gasperini: i suoi insegnamenti ora vanno trasmessi ai nostri ragazzi. É una mia sensazione ma credo che oltre a Juric e Thiago Motta verranno fuori altri tecnici: penso a Criscito, Bocchetti e Perin».

Genoa-Juventus 3-2, basta questo per rievocare un match leggenario. «Una partita emozionante in un anno bellissimo che i tifosi del Genoa, nonostante siano trascorsi undici anni, ancora ricordano sui social. Esprimemmo un calcio stupendo contro una Juventus d’alta classifica: Thiago Motta segnò una doppietta, il terzo lo feci io allo scadere. Avevo i crampi, volevo uscire ma mister Gasperini mi tenne in campo e preferì sostituire Jankovic per Ruben Olivera: ebbi la forza di scattare in contropiede assieme a Marco Rossi e segnare il gol vittoria».

Come arrivano, invece, Genoa e Juventus alla gara di domenica? «Sono reduci da momenti opposti. La Juve ha stravinto in Champions League al Camp Nou mentre il Genoa sta pagando anche un po’ di sfortuna nelle ultime partite. Da tifoso rossoblù, mi auguro un riscatto del Grifone a partire da questo match».

Ci può analizzare le gestioni tecniche di Pirlo e Maran? «Ammetto che in veste di allenatore leggo le partite in modo diverso rispetto a prima. Pirlo è un debuttante che per questa ragione sta provando più soluzioni: a Barcellona i bianconeri difendevano con il 4-4-2 e impostavano l’azione con un 3-5-2 di base. Questo è sintomo di elasticità e flessibilità. Anche Maran sta percorrendo delle alternative sebbene le attuali difficoltà del Genoa non derivino dal modulo bensì dalle insicurezze dei calciatori dovute dalle assenze e dalla classifica delicata».

Qual è la sua opinione sulla coppia d’attacco rossoblù, Scamacca-Shomurodov? «Scamacca è una prima punta di prospettiva che sa giocare bene a calcio, l’uzbeko ha dei colpi da seconda punta ma è timido, forse perché proviene da un campionato straniero parecchio differente dal nostro. Assieme si integrano piuttosto bene ma fossi stato nel Genoa mi sarei cautelato anche con un attaccante più esperto».

Palladino, che consiglio darebbe a Rovella? «Capisco bene il suo momento, anche perché ci sono passato nel corso della mia carriera da calciatore. Nicolò è fortissimo, ha futuro: le vicende di mercato, così come i rinnovi di contratto, fanno emergere interessi di più persone. Da allenatore, gli suggerisco di non distrarsi, di dare la priorità al campo e a nient’altro».

In estate l’ha sopresa la separazione di Marco Pellegri e Davide Nicola? «Il Genoa ha perso due grandi valori aggiunti, pilastri che amano i colori rossoblù. Non ho mai visto una persona più genoana di Pellegri: il suo ufficio era colmo di nostro foto e maglie, aveva persino l’inno del Grifone come suoneria del cellulare. Non conosco le motivazioni del suo divorzio ma conosco la persona, sono certo che Marco non abbia fatto del male a nessuno. Mister Nicola, poi, è una persona eccezionale e un vero tifoso del Genoa che ho avuto il piacere di avere come allenatore a Crotone».

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