ESCLUSIVA PG – Michele Sbravati: “Settantasei professionisti lanciati in dieci anni”

Il responsabile del settore giovanile del Genoa si racconta a Pianetagenoa dopo l'ennesimo anno ricco di soddisfazioni a tinte rossoblù

Michele Sbravati (Genoacfc.it)

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Un personaggio cardine nel Genoa di oggi. Un onnipresente da Ventimiglia a La Spezia, non c’è campetto ligure che Michele Sbravati non conosca. Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva il responsabile del settore giovanile del Grifone, il miglior settore giovanile in Liguria a livello di qualificazioni alle finali nazionali.

Anche quest’anno un prodotto delle giovanili rossoblù ha debuttato in prima squadra: Giuseppe Panico. Quanto lavoro c’è dietro questo risultato?Tantissimo, sicuramente è il coronamento del lavoro di tutti che viene premiato dalla possibilità d’inserire nel circuito professionistico dei nuovi calciatori. In dieci anni abbiano portato tra i professionisti ben settantasei ragazzi, tra Serie A, B o Lega Pro. É un dato che ci inorgoglisce“.

Il vostro segreto è la presenza capillare sul territorio?Abbiamo rafforzato lo scouting privilegiando il territorio ligure che di per sè è molto particolare per la sua conformazione. Bisogna lavorare tanto, cercare di osservare e monitorare molti ragazzi: abbiamo diminuito notevolmente il numero di stranieri rispetto al passato favorendo l’inserimenti di profili interni, in modo particolare liguri (ce ne sono trentacinque tra Allievi Nazionali e Primavera). Non dimentichiamo che in Liguria la concorrenza è aumentata a livello strutturale: prima c’eravamo solo noi e la Sampdoria, ora ci sono anche Entella, Spezia e il Savona in Lega Pro. Da responsabile del settore giovanile colgo l’occasione per ringraziare tutti i miei collaboratori per il lavoro che svolgono quotidianamente“.

Non crede che, generalmente, con le varie comodità informatiche, gli osservatori abbiano perso un pò d’intraprendenza?Le fasi di una valutazione di un giocatore partono dalla segnalazione, importante ma non decisiva. La mia filosofia prevede che dopo ci sia anche una corretta gestione del calciatore, è qui che si fa la differenza. Se ti arriva tra le mani una prima scelta di quattordici anni ma non l’alleni bene, tre anni dopo non sarà più una prima scelta; oppure potresti prendere una seconda scelta, migliorarla fino ai diciotto anni quando è pronta per il salto. É l’ipotesi di Perin e Mandragora, loro hanno dovuto passare tantissimi provini“.

L’Under 15 e l’Under 12 femminile lotteranno per il titolo nazionale: cosa ci può dire su questi ragazzi e ragazze?Per il reparto femminile faccio i complimenti a chi ha gestito questa prima esperienza in prima persona, quindi a Bignone, De Guglielmi e Viola e agli altri dirigenti. Vedremo in futuro di adeguarci alle direttive della Federazione per creare un vero e proprio settore femminile. Con l’U15 abbbiamo raggiunto la decima final eight generale sotto la gestione Preziosi: per noi è una piacevole consuetudine mandare una leva a giocarsi lo scudetto ogni anno. L’Under 15 ha la caratteristica d’essere la categoria più pura, a metà tra l’attività di base e l’agonismo, meno inficiata dagli investimenti economici“.

Quali sono i valori insegnati dalla vostra Cantera?Il nome è stato scelto da Luca Barabino, un termine in uso dopo le evoluzioni del Barcellona, che ci accompagna nell’attività di base della scuola calcio. Abbiamo istituito un codice comportamentale, un criterio valoriale calcistico e agonistico che ci consente di poter creare dei calciatori ma anche degli ometti che possano crescere con valori sani, su tutti la genoanità. Alcune ideee fondamentali devono restare nella persona, al di là delle selezioni“.

I risultati positivi si vedono anche nei Giovanissimi: se la teoria del chilometraggio a zero del reclutamento funziona, perché è così poco praticata da altri club?Ci sono club che l’adottano, ad esempio l’Atalanta sfrutta da sempre il bergamasco e le valli attorno. Stessa cosa per l’Empoli. La Liguria è molto più complicata e il fatto d’avere cresciuto un savonese, El Shaarawy, e un sanremese, Sturaro, che oggi sono agli Europei è un fatto storico. Sarebbero stati tre se Perin non si fosse infortunato al ginocchio. Infine, aggiungo che due allenatori promossi in Serie A, Jurić e Oddo, hanno formato il nostro recente settore giovanile“.

Alessandro Legnazzi

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