«Ricordo che li attaccavamo molto sulla fascia destra, dov’era il loro punto debole». Massimo Giacomini ricorda perfettamente ai microfoni di Pianetagenoa1893.net quel Venezia-Genoa del 20 febbraio 1963, ultimo incontro tra le due formazioni in serie A: aveva come compagni di squadra Rivara, Pantaleoni, Occhetta, Bean, Firmani, Colombo, Ratti, Fongaro e Da Pozzo. Lui, friulano tutta tempra e tecnica, giocava mezzala con la maglia rossoblù. «Come oggi, erano due squadre che navigavano in acque – prosegue Giacomini – non certo tranquille della classifica. Fu una gara caratterizzata da pochi tiri in porta. Noi avevamo un attacco molto interessante con Firmani, ex Inter e Bean, ex Milan, ma non riuscimmo ad andare oltre lo 0-0. E le racconto un altro particolare».
Mi dica…
«Era una partita di recupero di una giornata precedente, rinviata per neve. Anche nella ripetizione faceva un gran freddo. Non solo: all’epoca il campo dello stadio “Penzo” sull’isola di Sant’ Elena era accidentato e spelacchiato, come tanti terreni di gioco dell’epoca che non erano curati come adesso. Non vedevamo l’ora di salire sul pullman e ritornare a Genova».
Niente treno?
«Si preferiva il pullman, poiché non si perdeva tempo con le coincidenze dei treni. Era un mezzo di trasporto più pratico, anche se buona parte dell’autostrada Milano-Venezia non era ancora completata: da Milano a Genova invece c’era l’autostrada e non c’erano rallentamenti».
Tornando alla partita, Venezia e Genoa sono ancora oggi in una posizione di classifica pericolosa, rischiando la retrocessione…
«Sì, oggi come allora. Secondo me, sarà una gara improntata sulla fisicità delle due squadre: sarà gradevole da vedere, poiché ci saranno molte ripartenze e tanta velocità. Mi ha colpito molto il gioco del nuovo tecnico rossoblù, Blessin, che ha cambiato il precedente gioco rallentato: ciò è stato molto apprezzato dai tifosi».
Quale caratteristica ha notato in particolare?
«La sua prima volta è stata in panchina contro l’Udinese. Non lo conoscevo, ma ha schierato la squadra con un 4-3-3 con tanto pressing e aggressività. La difesa era blindata e l’Udinese non è riuscita mai a tirare in porta: il portiere Silvestri è stato il migliore in campo con le sue parate. Se il Genoa fosse riuscito a segnare due gol nei primi minuti non ci sarebbe stato nulla da dire. Mi sono piaciuti molto Ekuban e Yeboah che creavano problemi alla retroguardia bianconera. Purtroppo, non sono riusciti a segnare un gol».
E’ proprio il gol il problema del Grifone ed è alla base della mancanza di vittorie…
«Credo che Blessin sappia bene ciò che fa e saprà trovare una soluzione. E’ un decisionista, sa come indirizzare al meglio i suoi uomini in campo. Ha cambiato il modo di giocare: il Genoa fa 18-20 falli a partita e mette in difficoltà gli avversari. Bisogna però ricordare che anche il Venezia ha un gioco simile: per questo spiegavo in precedenza che sarà una partita gradevole da vedere, con due squadre che lotteranno sino alla fine».
Punta centrale: Destro, Piccoli o entrambi in campo, cambiando modulo?
«E’ possibile un modulo con Destro e Piccoli assieme dal primo minuto, con Amiri trequartista come suggeritore. L’alternativa è il 4-3-3 con Destro punta centrale con al fianco Yeboah ed Ekuban: in questo caso, mi attendo un inserimento dei difensori sulle fasce per i cross e mettere in difficoltà gli avversari. L’alternativa è Destro unica punta, con il cambio con Piccoli durante la ripresa: sicuramente Blessin sta valutando tutte queste opportunità in allenamento».
Ultima domanda: quali giocatori del Venezia possono creare fastidi al Grifone?
«Mi piace molto Crnigoj, centrocampista di qualità e quantità: è dotato anche di un buon tiro, con cui ha risolto qualche gara. Farei attenzione anche ad Aramu, un attaccante che può creare grattacapi».