ESCLUSIVA PG, Alberto Diaspro: «Non esiste alcun motivo per pensare di riprendere il campionato»

Il docente ordinario dell'Università di Genova e direttore del dipartimento di nanofisica presso l'Istituto Italiano di Tecnologia: «Io sono il primo che va allo stadio e fa l'abbonamento, ma stiamo parlando di 22 uomini in mutande che inseguono un pallone. Credo possiamo fare a meno di questo per un po'»

Foto preda da Facebook

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Per parlare di Genoa e della possibilità di riprendere il campionato, i microfoni di Pianetagenoa1893.net hanno raggiunto Alberto Diaspro, direttore genovese del dipartimento di nanofisica presso l’Istituto Italiano di Tecnologia e professore ordinario dell’Università di Genova: soprattutto è un gran tifoso del Genoa.

Lei è direttore del dipartimento di nanofisica presso l’Istituto Italiano di Tecnologia, il quale ha da pochi giorni lanciato l’iniziativa #scienzainvideo. Può spiegarci di cosa si tratta?

«L’ufficio comunicazione ha lanciato questa cosa bellissima con ANSA Scienza, che si chiama #Scienzainvideo. Si tratta di una delle tante iniziative che facciamo per provare a far si che non si possa dire che le ricerche che facciamo non stiano in una torre d’avorio. Questa cosa l’avevamo già iniziata a fare  nel 2009 con i Caffè Scientifici, che avevano l’obiettivo di raccontare quello che si fa nei laboratori di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia, utilizzando un linguaggio semplice, avendo la possibilità di approfondire grazie ad una serie di domande e risposte. Trattare in modo comprensibile argomenti che in realtà sono complicati, che reggono la punta della ricerca tecnologica che stiamo facendo. In realtà dietro c’è una preparazione da parte di chi fa #Scienzainvideo che è elevatissimo. Il problema che c’è quando si fa divulgazione scientifica è che la persona che ti ascolta è portata a credere a quello che dici. Stiamo usando un linguaggio popolare, quindi le cose che vengono dette vengono prese per vere. La cosa che ci interessa è che le persone che vanno su quei video siano persone serie e chiare, con una formazione assolutamente completa. Purtroppo questo fa si che le persone, se non si adottano di qualcosa di specifico, non siano in grado di riconoscere la persona seria da quella non seria. Nel caso di #Scienzainvideo possiamo garantire sui relatori. #Scienzainvideo, poi, nasce in un momento particolare. Nata con ANSA Scienza, ha il compito di fare si che gli insegnanti, in questo periodo dove una parte delle lezioni sono fatte da remoto e si cerca materiale nuovo per sopperire al fatto che purtroppo non si può stare in aula, potessero avere del materiale originale per i loro studenti. In questo modo sono nate queste dirette. Tra i punti fondamentali di questa iniziativa c’è l’esigenza di raccontare ad un pubblico ampio le ricerche tecnologiche del paese, dove nascono, come nascono e cosa c’è dietro dal punto di vista di conoscenze di base e di sviluppo. I nostri ricercatori sono sempre molto disponibili a dare spiegazioni riguardo ciò che fanno. Questo percorso s’innesca con l’idea che il modo migliore per le persone, per non farsi gabbare da chi non è competente, è quello di insistere con loro che un buon antidoto per non essere ingannati quando si trattano temi complicati sia quello di dotarsi di conoscenza di base: quella che ti permette di cogliere la rapida innovazione tecnologica. Nessuno può essere a conoscenza di tutto l’avanzamento tecnologico che c’è in quel momento, ma se sei dotato di una buona conoscenza di base, sai riconoscere in quell’elemento di novità qualcosa che torna. Andremo avanti fino a giugno, fino alla fine della scuola, con appuntamenti settimanali di venerdì alle 11:00».

Parlando di Genoa, vorrei chiederle cosa pensa di Davide Nicola, ricordando anche che l’ultima partita disputata dai rossoblù è stata nella trasferta contro il Milan vinta per 1-2: sfida che ha permesso di abbandonare la zona retrocessione

«Mi piace molto l’impostazione che ha dato Nicola, anche se devo dire che, per il Genoa di oggi, l’allenatore che secondo me avrebbe fatto più comodo sarebbe stato Ballardini, mentre quello che avrebbe fatto meglio sarebbe stato Gasperini. Senza nessuna polemica. Gasperini è uno dei tecnici migliori per valorizzare l’organico. Così come Ballardini e Nicola. Loro fanno parte di quegli allenatori che riescono ad entrare in sintonia con i giocatori. Le altre esperienze che abbiamo avuto non le commento, ma quella con Thiago Motta forse ha dato un po’ di fastidio, perchè in lui abbiamo visto uno sperimentatore che il Genoa, nella condizione in cui era, non si poteva permettere. Non abbiamo i giocatori adatti per fare quel tipo di gioco e questo il pubblico l’ha colto, mentre invece Nicola molto umilmente si è calato nel valorizzare i giocatori che aveva e devo dire che sono rimasto particolarmente stupito da Sanabria. E se avessimo avuto ancora Lapadula, credo che Nicola sarebbe riuscito a valorizzarlo. Detto questo, si, siamo usciti da quella zona, ma il confine è sempre labile. Lo dicono tutti, ma devo riconoscere che il Genoa ha disputato delle ottime partite, ma non è riuscito a raccogliere ciò che meritava, dove un punto o la vittoria sarebbero stati ragionevoli. Ci sono state gare con squadre contro le quali avremmo dovuto vincere. La partita che mi ha colpito di più è stata quella col Torino, dove il Genoa ha giocato meglio, ma non è riuscito a portare a casa il risultato. Il giocatore che non si è riuscito a valorizzare, ma che sta uscendo solo ora credo sia Schone. Penso sia un gran bel giocatore, che però non siamo riusciti a sfruttare al meglio. E’ differente in termini di classe, controllo palla e visione di gioco rispetto a molti altri, poi che non riesca ad emergere in alcune partite è perchè è stato messo in tandem con giocatori meno bravi dal punto di vista tecnico. Credo che Nicola sia riuscito a trovare per lui il ruolo giusto. Se riuscirà fisicamente e psicologicamente, sarà un bel valore in squadra. Sono contento che sia rimasto, così come per Criscito. Sono contento del ritorno di Perin anche se Radu andava più che bene».

Tema molto trattato in questi giorni è la possibile ripresa del campionato. Lo stesso presidente del Coni Malagò è intervenuto a riguardo affermando che quella calcistica è l’unica Federazione a voler ripartire. Lei crede sia possibile tornare a giocare oppure pensa sia doveroso chiudere qui?

«Intanto devo dire che mi sarebbe piaciuto un atteggiamento più deciso fin da subito e che doveva essere quello di chiudere il campionato così com’era. Mi rendo conto degli interessi economici dei tanti attori di questo spettacolo, però di fronte alle Olimpiadi che vengono rimandate di un anno , il calcio poteva fare una bellissima figura e concludere, ma prima ancora delle ultime partite che hanno giocato, perchè la gara fatta dall’Atalanta, se si vanno a vederei grafici e le gobbe di riprese e contagi alti e le si mettono in relazione con 14 giorni prima forse le persone potrebbero capire quanto sia stato incauto disputare alcune partite come Napoli-Juventus. Il fatto che la Lega Europea abbia detto che chi non finisce in tempo il campionato non può partecipare agli europei è una cosa gravissima e bisogna far loro cambiare opinione. Ma credo che negli altri paesi purtroppo i campionati non potranno ricominciare nel caso noi volessimo riprendere, perché loro sono indietro di almeno due settimane, quindi, augurandogli di uscirne molto prima di noi avendo iniziato molto dopo a curarsene, mi sembra una situazione poco realistica. Ma al di là di tutto, non capisco perché stiamo chiedendo alle persone il sacrificio di stare a casa e non possiamo chiedere a delle società calcistiche di mettere la parola “fine”. Lo congeliamo, non assegniamo il titolo. Le persone più interessate possono tranquillamente andarsi a vedere un crudo filmato di quello che sta succedendo negli ospedali e cosa stanno facendo infermieri e medici per salvare le persone. Io sono il primo che va allo stadio e fa l’abbonamento, ma stiamo parlando di 22 uomini in mutande che inseguono un pallone, inseguiti a loro volta da un signore in mutande e con il fischietto che si sente anche il capo del mondo per 90 minuti. Credo possiamo fare a meno di questo per un po’, poi riprenderemo. Bisognava essere decisi subito – e si può ancora esserlo – e fare un piano per tutelare tutti quei lavoratori che non sono dei calciatori milionari che non hanno alcun problema ad arrivare a fine mese. Ci sono tantissime persone che lavorano intorno a questo mondo che hanno delle difficoltà. Ai giocatori verrà dato metà del loro stipendio, mentre l’altra metà verrà usata per colmare questa situazione. Non si dovrebbe neanche pensare a riprendere un campionato a porte chiuse. E non si dica che si vuole dare ai tifosi un diversivo, perchè il rispetto per quelli che vanno allo stadio passerebbe dall’eliminare i tornelli e cose che sono terribilmente assurde e che fanno sentire le persone che vanno allo stadio come persone che passano in mezzo a dei varchi in periodo di guerra. Eppure io sono il primo a passare attraverso qui varchi. Se il calcio volesse esprimere del rispetto per chi lo segue, dovrebbe evitare di far passare le persone per delle forche caudine quando mai riprenderà il campionato. Adesso però bisogna interromperlo, non c’è alcun motivo per pensare di tenerlo aperto. Assegnate pure il titolo e fate retrocedere chi vi pare, non è importante rispetto a quello che sta succedendo».

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