ESCLUSIVA PG, Furio Fedele: «Piatek? Non è più quello dell’anno scorso, Giampaolo l’ha spersonalizzato»

l giornalista de Il Corriere dello Sport: «Giampaolo ha cercato di cambiarlo, deturparlo, frastornandolo con continui suggerimenti e consigli»

Piatek
Piatek dopo il gol al Chievo (Foto tweet ufficiale Ac Milan)

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Genoa contro Milan, Andreazzoli contro Giampaolo. Questa la sfida prevista per sabato sera tra le mura del Ferraris. Un match che risulterà fatale per uno dei due tecnici, costretti a guardare al prossimo appuntamento di Serie A come un’ultima spiaggia per continuare la propria avventura sulle rispettive panchine. I rossoblù hanno fatto sognare i tifosi con un inizio di campionato da capogiro, grazie all pirotecnico pareggio all’Olimpico contro la Roma e alla vittoria casalinga sulla Fiorentina, per poi precipitare in una serie di sconfitte che li hanno fatti franare fino al terzultimo posto. I rossoneri contano un punto in più rispetto al Grifone, con una sedicesima posizione maturata con i successi sulle neopromosse Hellas e Brescia. Quest’ultima datata 31 agosto. Da allora la squadra di Giampaolo ha collezionato soltanto sconfitte, terminate la scorsa giornata con l’1-3 contro la Fiorentina.

In attesa della decisiva sfida del Ferraris, i microfoni di Pianetagenoa1893.net hanno raggiunto il giornalista de Il Corriere dello SportFurio Fedele. Ecco le sue dichiarazioni:

Sabato sera andrà in scena una sfida decisiva, che segnerà il destino di Andreazzoli o di Giampaolo. Due tecnici che hanno progressivamente perso la fiducia delle rispettive società. Che tipo di partita dobbiamo aspettarci?

«Secondo me sarà una partita complicata. Sia per il Genoa, sia per il Milan. Tutti e due i tecnici sono stati riconfermati, anche se rischiava di più Andreazzoli. Tant’è vero che si era fatto il nome di Gattuso. Però se Andreazzoli è stato riconfermato vuol dire che Preziosi ha capito che il tecnico ha ancora in mano la squadra. A differenza, forse, di Giampaolo, perchè la partita contro la Fiorentina, oltre che l’insuccesso casalingo, ha evidenziato delle lacune non solo tecniche, ma anche comportamentali. In questo momento vedo favorito il Genoa, perchè l’effetto Marassi, al contrario dell’effetto San Siro che per il Milan è devastante in questa stagione, può sicuramente favorire i rossoblù».

Lei parla di un Genoa favorito, ma non si può dire che invece possa essere il Milan quello visto meglio, dato che alla sua guida c’è proprio Giampaolo: una vera bestia nera per il Grifone, con il quale non ha mai perso negli ultimi 6 incontri?

«Però qui la cabala c’entra poco, perchè non c’è più la Sampdoria di Giampaolo. Con i blucerchiati il tecnico aveva fatto molto bene poichè aveva in mano la squadra, ma soprattutto non aveva avuto la pressione della piazza milanese e milanista. Invece Andreazzoli mi piace molto. Aveva fatto bene a Empoli, con il quale, con un po’ più di fortuna si sarebbe anche salvato. Non stiamo parlando di Genoa-Sampdoria, ma Genoa-Milan. La Sampdoria di Giampaolo dell’anno scorso era una squadra molto più compatta, omogenea e competitiva di questo Milan. Per quanto possa sembrare assurdo, questa è la realtà dei fatti».

Finora si è visto un Genoa a due facce: quella battagliera fino all’ultimo, capace di dire la sua contro Roma e Fiorentina e quella arrendevole e poco pericolosa delle ultime gare. A cosa può essere dovuto questo tracollo?

«Io ho visto Genoa-Bologna. Ero allo stadio per il Corriere dello Sport e sì, il Genoa è stato graziato dal rigore sbagliato da Sansone. Però un pareggio ci stava, perchè il Genoa sa tenere bene il campo. Il Grifone aveva iniziato molto bene. Mi aveva impressionato il 3-3 contro la Roma in trasferta, come anche il successo casalingo contro la Fiorentina. onestamente avrei pensato potesse essere molto meglio Zapata. L’ultima volta che abbiamo parlato, avevo detto che lo vedevo molto bene. L’ho visto contro il Bologna e devo dire che lui non è un centrale nella difesa a tre, ma un centro-destra. Non so quanto possa cambiare, ma credo possa essere utilizzato in un’altra maniera. Il problema, a parer mio, è quello delle amnesie difensive, dove Romero forse era meglio se andava subito alla Juventus. Però la squadra, a parte la difesa, mi sembra sempre abbastanza in palla. La panchina è un po’ corta, ma questo Genoa non è messo così male. E’ una squadra che può tranquillamente salvarsi. Mi ha impressionato Lazio-Genoa, perchè lì la squadra mi è sembrata arrendevole, che non si vedessero il carattere e la mano di Andreazzoli. Non è una squadra allo sbando. Cosa che si deve dire per il Milan: reduce da tre sconfitte consecutive nel giro di una settimana. Tu conosci Giampaolo da avversario e quello che si vede non può essere il Milan, ma soprattutto, non può essere Giampaolo. Si tratta di due entità completamente spersonalizzate. Il Genoa, con tutti i suoi limiti, è il Genoa. Andreazzoli è il classico allenatore che ottimizza l’organico a sua disposizione ed è abituato a lottare, con tutto il rispetto parlando, per la bassa classifica. Anche Giampaolo è abituato, ma il Milan no e questo è un problema molto serio».

Sabato ci sarà il ritorno al Ferraris di Piatek, che però potrebbe perdere il posto da titolare a favore di Leao. Innegabile il suo rendimento al di sotto delle aspettative. Possiamo parlare della maledizione della numero 9?

«Quello non è Piatek. E’ un giocatore che è stato spersonalizzato dallo stesso Giampaolo. Piatek l’anno scorso ha segnato 30 gol con due squadre. Certo, non è un fenomeno, ma è un buon attaccante. Giampaolo ha cercato di cambiarlo, deturparlo, perchè Piatek è uno che sa fare solo una cosa: gli lanci il pallone sui piedi e diventa un’ira di Dio. Ha sbagliato tanti gol davanti alla porta, ma perchè è stato frastornato dai suggerimenti di Giampaolo, che si è comportato alla stessa discutibile maniera con Paquetà. Se Piatek non è più quello dell’anno scorso, la colpa è esclusivamente di Giampaolo. Inzaghi ci ha lasciato con questo fardello. Higuain è stato l’unico attaccante della storia recente del Milan, assieme a Fernando Torres, a non finire la stagione, Blissett o Calloni avevano subito una cosa simile alla prima stagione. La maledizione c’è, ma Piatek resta sempre Piatek: uno che la butta sempre dentro. Ha il gol nel sangue e l’ha dimostrato al Genoa e al Milan. Il problema è che è stato snaturato da Giampaolo, che pretende cose che lui non sa fare. Allora se il polacco non andava bene, bisognava venderlo subito, ma quella sarebbe stata un’altra delle contraddizioni di questo Milan di cui ha colpa sicuramente il tecnico, ma anche gli alti livelli della società».

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