Chi segue il Genoa sa che nei quindici anni consecutivi in Serie A il campionato in cui maggiore è il rischio di retrocedere in Serie B per la squadra rossoblù è quello attualmente in corso, ma anche che solamente in quelli tra il 2007/2008 e il 2010/2011 e tra il 2013/2014 e il 2015/2016 (in totale sette) non si è posto il problema dell’ottenimento della salvezza. Quindi, questo è il sesto campionato consecutivo in cui la squadra lotta spasmodicamente per non perdere la massima serie conquistata nella tarda primavera del 2007.
Nell’ultimo periodo il campionato in cui la salvezza è stata ottenuta più tranquillamente è stato quello del 2017/2018 e quello, invece, maggiormente per il «rotto della cuffia» il successivo, in cui la salvezza arrivò per migliore «classifica avulsa negli scontri diretti» a spese dell’Empoli, appaiato a 38 punti, cioè uno in più di quanti il Genoa potrà sommare, se riuscisse a vincere tutti e cinque gli ultimi incontri del campionato in corso! L’Empoli al termine della quintultima giornata si trovava distanziato di sette punti dal Genoa, che sarebbero rimasti tali, se, dopo la vittoria in casa nel derby provinciale nel «Lunch Match» con la Fiorentina per 1-0, nel pomeriggio l’attaccante paraguaiano dei rossoblù Arnaldo Antonio «Tonny» Sanabria Ayala non si fosse fatto respingere a tempo scaduto un calcio di rigore dal portiere della Roma Antonio Mirante, che gli negò la gioia della vittoria in rimonta per 2-1 (i giallorossi erano passati in vantaggio con una rete dell’italiano di origini egiziane Stephan «il Faraone» El Shaarawy al 36’ della ripresa, avevano subìto il pareggio dall’argentino Cristian Gabriel «el Cuti» Romero nove minuti dopo ed erano stati salvati dal loro estremo difensore al 50’!) e, invece, divenne solamente uno dopo la sconfitta per 1-2 della formazione di Claudio Cesare Prandelli nell’anticipo sabatale a Reggio nell’Emilia (si giocò al “MAPEI Stadium/Stadio del Tricolore” per lavori di rifacimento dello stadio bergamasco) contro l’Atalanta e la «non inaspettata» vittoria per 2-1 degli azzurri di Aurelio Andreazzoli contro la Sampdoria il giorno seguente.
Il Genoa che non aveva avuto nella soprammenzionata partita interna contro la Roma e in quella precedente «tra le mura amiche» (persa 0-1 contro il Torino) il sostegno di migliaia di suoi tifosi, che avevano rinunciato, ad onta degli abbonamenti sottoscritti, a varcare i cancelli del “Luigi Ferraris” in segno di protesta contro la gestione societaria del presidente Enrico «The Joker» Preziosi, lo ritrovò, visto che in una riunione nella sera di giovedì 16 maggio alla Chiamata del Porto i due terzi dei sostenitori si schierò a favore del ritorno al “Luigi Ferraris” per aiutare la squadra che non vinceva da otto incontri. La rimonta dell’Empoli aveva messo in allarme non solo il Genoa, ma anche altre squadre quali l’Udinese e il Parma, che avevano rispettivamente 37 e 38 punti, il Cagliari, la Fiorentina (gli ultimi due avversari del Vecchio Grifone) e il Bologna, appaiati a 40. Con lo svantaggio di aver avuto il proprio incontro calendarizzato il giorno precedente di quello dell’Empoli, che avrebbe vinto in casa trionfalmente per 4-1 contro il Torino, pur motivato dalla ricerca di una qualificazione all’Europa League, gli uomini di Prandelli dovevano battere quelli di Rolando «Rolly» Maran sr., che cercavano il punto che avrebbe dato loro la salvezza, perché avrebbe mantenuto gli avversari di giornata a quattro punti di distanza, distacco incolmabile con una sola giornata da disputare. Lo stato di prostrazione in cui caddero i tifosi del Genoa dopo lo stentato pareggio della loro squadra al sabato e la roboante vittoria empolese nel pomeriggio dell’indomani venne mitigato in serata dal successo casalingo di altri azzurri – quelli partenopei – con il medesimo risultato – a spese dell’Internazionale – della «paricromatica» formazione toscana, che nell’ultima giornata si sarebbe trovata a dover affrontare i neroazzurri motivatissimi ad ottenere la vittoria per non lasciare la quarta posizione e il conseguente ultimo posto disponibile per la Champions League 2019/2020 ai «cugini» rossoneri, che accusavano un solo punto di ritardo. Con un pareggio «a reti bianche» all’“Artemio Franchi” di Firenze contro i viola il Genoa poté riacciuffare l’Empoli, sconfitto 1-2 a Milano, al diciassettesimo posto, condannando i rivali alla retrocessione per il fatto di aver vinto entrambi gli «scontri diretti»: in pratica, il calcio di rigore trasformato da Domenico «Mimmo» Criscito al 44’ della ripresa contro il Cagliari fu la rete che evitò al Genoa la nona discesa della sua storia dalla Serie A alla Serie B.
La mezz’ora iniziale della partita fu favorevole al Genoa, che cercò di portarsi in vantaggio per poi «incendiare» il tifo sugli spalti, in cui erano convenuti, complice anche l’abbassamento dei prezzi (il biglietto di Gradinata Sud costava 5 euro, quello dei Distinti 10), ben ventitremila spettatori. Prima – al 26’ – Fabrizio «the Hunter» Cacciatore rischiò l’autorete con un tocco di sinistro all’indietro ad anticipare l’italo-brasiliano Daniel Bessa Sartori, che aveva avuto uno stop problematico su un lancio in profondità del nordmacedone Goran «Pandevmonio» Pandev, sventata da una deviazione in tuffo con la mano destra del portiere Alessio «l’Uomo Cragno» Cragno, che concesse il «bis» tre minuti dopo su un angolato ma debole rasoterra di interno sinistro di Pandev. Il Cagliari reagì dopo i due scampati pericoli creandone tra il 36’ e il 40’ altrettanti con l’ex centravanti del Genoa, Leonardo «Pavo-goal» Pavoletti, che prima si vide negare la gioia della rete dopo aver vinto, sul lancio in profondità del croato Darijo Srna, di forza il duello fisico con il tedesco con cittadinanza turca (per le origini della sua famiglia) Koray Günter, stramazzato al suolo, e superato in perpendicolare con il palo sinistro e all’altezza dell’ingresso nell’area di porta il portiere rumeno Ionut Andrei Radu con un pallonetto da un intervento in extremis di esterno destro a tre metri dalla linea di porta di Davide «Biro» Biraschi e poi assaporandola (fu il suo cinquantesimo goal – uno nel Sassuolo, ventitré nel Genoa e ventisei nel Cagliari – in Serie A), senza esultare per rispetto dei suoi vecchi tifosi della soprastante Gradinata Nord, quando, su «sventagliata» di destro in diagonale di una cinquantina di metri del croato Filip Bradarić, stoppò di petto il pallone, spalle alla porta, con Günter che incredibilmente andò verso l’esterno invece che chiudergli la linea di tiro, scoccato in modo indisturbato di interno destro da dieci metri a mezza altezza vicino al palo sinistro.
All’inizio della ripresa il Genoa si ripresentò con un atteggiamento tattico più offensivista (adottando il «modulo» del 4-3-1-2) determinato dall’ingresso in campo dell’attaccante ivoriano Christian Michael Kouakou «la Gazzella» Kouamé al posto del laterale destro di centrocampo, il portoghese Pedro Miguel de Almeida Lopes Pereira «Pedro Pereira» (Pandev arretrò a «trequartista»), ma nei primi quarantadue minuti produsse solamente un’azione potenzialmente pericolosa con il subentrato attaccante africano, una cui conclusione «a botta sicura», quando al 17’ si era impadronito del pallone in una mischia su azione di calcio d’angolo, venne respinta sul fondo da un compagno di squadra, rischiando, invece il tracollo al 39’, quando un calcio di punizione «a spiovere» di sinistro battuto dallo sloveno Valter Birsa a ventidue metri dalla linea di fondo venne deviato di testa da sette metri da Filippo Romagna, che aveva avuto la meglio nello stacco aereo su Kouamé e «miracolosamente» deviato sopra la traversa con la mano destra protesa in alto da Radu in tuffo carpiato all’indietro. Al 42’ un pallone crossato di sinistro dalla «tre quarti» di sinistra da Criscito venne sfiorato di testa da Romagna nel «cuore» dell’area di rigore e deviato con l’avambraccio destro – istintivamente, ma colpevolmente – allargato da Bradarić tra le braccia di Cragno. I giocatori del Genoa protestarono veementemente, ma il direttore di gara Paolo Valeri (l’arbitro dell’incontro odierno) di Roma, mal posizionato (a una quindicina di metri dal luogo del «misfatto») non rilevò l’irregolarità, facendo proseguire il gioco. Richiamato alla «on-field-review» dal suo concittadino arbitro VAR Federico La Penna, il direttore di gara capitolino assegnò la massima punizione al Genoa. Mentre nelle menti dei tifosi genoani non «di primo pelo» si manifestava il «fantasma» del calcio di rigore tirato verso quella porta e fallito, in quanto parato da Ivano «l’angelo di Berlino» Bordon, da Roberto «o’Rei di Crocefieschi» Pruzzo domenica 30 aprile 1978 contro l’Internazionale nei minuti finali della penultima giornata della Serie A, che era costato la retrocessione, Criscito convinse Sanabria Ayala a non cercare la rivincita rispetto all’errore di tredici giorni prima contro la Roma e si avvicinò con sicurezza alla battuta, che fu impeccabile (angolato tiro di sinistro a una trentina di centimetri da terra sulla destra di Cragno, tuffatosi dall’altra parte). Nel prosieguo dell’incontro a Giuseppe Pezzella, subentrato da undici minuti a uno stremato Biraschi, venne mostrato al 48’ il cartellino rosso, che lasciò in dieci uomini i padroni di casa, per un insensato intervento «a piedi uniti» su Niccolò «la radiolina a transistor» Barella.
TABELLINO
Genova, sabato 18 maggio 2019, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 18,00
Genoa-Cagliari 1-1 [Anticipo della XXXVII giornata del Campionato Italiano 2018/2019]
Arbitro: Valeri (Roma); Arbitro VAR: La Penna [Roma]
Spettatori: 23mila circa
Marcatori: nel 1° tempo al 40’ Pavoletti (C); nel 2° tempo al 44’ Criscito (G) su rigore
Genoa (3-5-2): 97 I. A. Radu; 14 Biraschi (dal 37’ del 2° T.: 13 Gi. Pezzella), 3 Günter, 87 Zukanović; 32 Pedro Pereira (dal 1’’ del 2° T.: 11 Kouamé), 24 Bessa, 21 Radovanović, 44 Miguel Veloso, 4 Criscito; 19 Pandev, 10 Lapadula (dal 29’ del 2° T.: 9 Sanabria). Allenatore: Prandelli.
Cagliari (3-5-2): 28 Cragno; 33 Srna, 19 Pisacane, 15 Klavan; 12 Cacciatore (dal 30’ del 2° T.: 56 Romagna), 3 Lu. Pellegrini, 18 Barella, 6 Bradarić, 21 Ionita; 9 Cerri (dal 35’ del 2° T.: 14 Birsa), 30 Pavoletti (dal 21’ del 2° T.: 10 João Pedro). Allenatore: Maran sr..
Note: all’incontro, per l’ingresso al quale i prezzi dei biglietti sono fortemente ribassati (5 € per la Gradinata Sud e 10 € per i Distinti) dal Genoa, assiste nuovamente la tifoseria della Gradinata Nord (riunitasi due sere prima alla Chiamata del Porto per deliberare sulla questione) per sostenere la squadra in un drammatico momento del Campionato, nonostante permanga la protesta contro la gestione societaria del Genoa (all’interno del “Luigi Ferraris” non vengono appesi striscioni dei clubs e portate bandiere e in Gradinata Nord viene esposto lo striscione PREZIOSI INFAME); Cacciatore aveva giocato nel Chievo sconfitto in trasferta 0-2 dal Genoa mercoledì 26 settembre 2019 e aveva disputato il suo ultimo incontro, conclusosi sull’1-1, con la formazione veronese a Parma domenica 9 dicembre 2018; dopo aver segnato la rete del provvisorio vantaggio del Cagliari, Pavoletti, avendo militato nel Genoa nel 2015 e nel 2016, non esulta in segno di rispetto verso i tifosi rossoblù; il calcio di rigore a favore del Genoa, che con la sua trasformazione raggiungerà il pareggio, non ravvisato dall’arbitro (c’era stato un tocco con l’avambraccio destro di Bradarić) viene concesso dopo segnalazione del VAR e consultazione del monitor a bordo del campo; espulso al 48’ del 2° T. Gi. Pezzella (G).
Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)