Un classe 2005 che impedisce di segnare un gol a un 2006, peraltro quasi un 2007 essendo nato a novembre dell’anno del Mondiale. Descritta così sembrerebbe un’azione di una partita di Primavera, invece è una delle battute finali del turno di Coppa Italia che regala la qualificazione al Genoa. In rossoblù, il protagonista è Jeff Ekhator: nigeriano di Genova e con il Grifone sul petto da quando militava addirittura nella scuola calcio rossoblù. Una vita. Eppure, il giovane Ekhator è ancora minorenne, non ha ancora la patente di guida ma ha già assaporato il piacere del debutto tra i professionisti. Un piccolo traguardo volante della carriera da calciatore, uno step in più dopo lo scudetto vinto con l’Under 18 del Genoa e i due memorabili gol segnati nel derby Primavera. Dai primi calci al pallone tirati al Don Bosco al palcoscenico della Coppa Italia: la strada è lunga.
E che delirio rossoblù sarebbe stato se avesse segnato alla prima apparizione tra i grandi… Nell’azione da gol c’è tutto Jeff: attacco fulmineo della profondità – la sua vera qualità, più che sgomitare nel traffico dell’area di rigore – e conclusione potente sotto la traversa, ben respinta da Edoardo Motta, portiere della Reggiana che ha impressionato lo stadio Ferraris ricevendo gli applausi non solo dalla parte degli emiliani. Applausi per entrambi perché quando sono protagonisti i giovani, in un paese così vecchio d’anagrafe e di mentalità, serve congratularsi con loro. Il calcio di oggi è in prestito dai calciatori di domani e non in eredità dai giocatori del passato.