Dopo il Verona, il Genoa dovrà sfoderare “l’anima” contro l’Inter

E' un concetto di Ballardini, soddisfatto dei suoi uomini che l'hanno applicato: la forza interiore di resistere fino alla fine e la consapevolezza che nulla è deciso fino all’ultimo secondo

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Chi realizza 19 punti in 10 partite, può anche permettersi il lusso di pareggiare, pur giocando male o, probabilmente, meno bene del solito. Contro il fortissimo Verona, il Genoa ha riesumato quella parolina che piace tanto a Ballardini: «L’anima». Cioè la forza interiore di resistere fino alla fine e la consapevolezza che nulla è deciso fino all’ultimo secondo. Il cuore, il coraggio, la forza d’animo: tutti fattori di ordine umano e psicologico, che vanno oltre le tattiche e i moduli.

Non solo, questa squadra ha tutto il suo organico che, dal punto di vista dei valori tecnici, si equivale. Due giocatori per ruolo, entrambi sullo stesso livello, con le stesse qualità. Tanto è vero che quando “Balla” nel momento in cui ha sostituito cinque giocatori con Pandev, Rovella, Scamacca, Shomurodov e Pellegrini tutto è andato per il meglio, l’organizzazione tecnico-tattica si è sviluppata con la massima linearità.

Aver raggiunto il pareggio all’ultimo secondo significa anche, diciamolo con grande sincerità, che finalmente quest’anno anche un pizzico di fortuna sta accompagnando i rossoblù. Ricordate gli anni passati? All’ultimo secondo il Grifone perdeva puntualmente moltissime partite, proprio per quella mancanza di lucidità, ma anche per quel pizzico di buona sorte che è fondamentale nel gioco del calcio.

Ventisei punti, undicesimo posto, serenità raggiunta, ma guai a vivere sugli allori. Ballardini già alla vigilia della gara con il Verona, aveva capito che alcuni cenni di rilassamento stavano venendo fuori, tantoché si è sentito in grado di “gridare” (Scusate! Sussurrare…) che bisognava stare molto all’erta contro gli amici di Giulietta e Romeo, che non ti concedono nulla. E infatti, meno male che è saltata fuori l’anima.

Ora, dice Ballardini, «bisogna continuare, come in questa partita dovremo mettercela tutta anche nelle prossime. Col cuore, appunto».

E le prossime avversarie sono Inter (prima in classifica che ha “asfaltato” il Milan) il derby, sempre pericoloso, anche senza i tifosi e infine la Roma all’Olimpico. Tre grossi ostacoli, ma nulla di impossibile. Proprio perché, finalmente, il gruppo (come si diceva la volta scorsa) ha raggiunto la consapevolezza che ogni partita è aperta a qualsiasi risultato e ha la convinzione ormai che potrà tranquillamente scendere in campo sempre e comunque per “fare la partita” e possibilmente vincerla, o, semmai, pareggiarla.

Trovo che è stato un bel gesto quello di Badelj: dopo il suo strepitoso gol, lo ha dedicato al suo amico Astori (suo capitano nella Fiorentina) dicendo «è sempre dentro di me».

In chiusura una riflessione tecnica: da qualche tempo non si fa altro che vedere nel gioco di molte squadre il “partire dal basso” per iniziare il gioco. Le conseguenze: errori su errori e gol subiti alla Ridolini. Ed anche qui va dato merito al “Balla” che il “partire dal basso” non lo convince proprio, anzi lo fa incavolare abbastanza…

Vittorio Sirianni

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