Di Lello a Primocanale: “Mafia nelle tifoserie? Club e politica devono fare fronte comune”

Fonti vicine alla Procura della Repubblica di Genova tendono a escludere il coinvolgimento diretto del Genoa dai rapporti con la criminalità organizzata

Marco Di Lello (dal suo sito internet)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

“Abbiamo fatto il focus sul Genoa, ma un po’ in tutta Italia stanno emergendo queste profonde criticità. Sulla curva rossoblù ci risultano devianze mafiose che vanno assolutamente combattute”. Ai microfoni di Primocanale il segretario della commissione Antimafia Marco Di Lello ha spiegato le questione emerse nell’audizione del Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, sulle infiltrazioni malavitose nel tifo genoano.

Di Lello ha spiegato che nella sua relazione, Cozzi “ha confermato una nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa calcio. Le modalità di comportamento si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso. Abbiamo anche ricevuto conferma di “rapporti promiscui” dei tifosi pregiudicati “con i calciatori”. Il magistrato ha tenuto a precisare che “non si tratta di infiltrazioni mafiose ma di atteggiamenti intimidatori di stampo mafioso“. Fonti vicino alla procura di Genova in serata tendono anche a escludere dalla vicenda il coinvolgimento diretto della società Genoa. Per quanto riguarda la Samp la situazione è più tranquilla, seppur non idilliaca.

Questa mattina, subito dopo l’audizione, Di  Lello aveva riferito delle dichiarazioni di Cozzi rese davanti all’Antimafia: “Esiste una nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa. Le modalità di comportamento si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso. Abbiamo anche ricevuto conferma di ‘rapporti promiscui’ con i calciatori, spesso mediati dalla società rossoblù. Il Genoa in questo caso non appare del tutto estraneo a quel che accade. La situazione è più tranquilla, seppur non idilliaca, in casa Sampdoria“.

Di Lello ha anche parlato sulle responsabilità dei club: “Non mi piace generalizzare ma in Italia ci sono società che in qualche modo subiscono questi fatti e altre che invece cercano di opporsi. Cosa si può fare? La politica e lo sport devono fare fronte comune e forse rivedere il Daspo che per queste derive risultano poco efficaci. Bisogna estirpare il bagarinaggio e nelle serie inferiori monitorare pesantemente il fenomeno delle scommesse”.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.