Derby, Mike fC: «La storia del Genoa è la storia del calcio e quella di Genova»

Il cantautore genovese, non è tifoso, ma ha scoperto le vicende del Grifone attraverso una collaborazione col museo rossoblù.

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Mike fC con Gilberto Volpara ed il prof. Franco Bampi “Ghe semmo festival” di Campomorone

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Dopo Fabrizio Casalino, Pianetagenoa1893.net ha intervistato un altro “agnostico” del calcio al “Ghe semmo festival” di Campomorone. È Mike fC, cantautore e rapper genovese che vanta però un’importante collaborazione con un’istituzione tutta genoana.

Di recente hai fatto un servizio sulle maglie del Genoa al museo rossoblù dove hai iniziato una collaborazione

Esatto. È stato veramente bello conoscere tutta la storia del calcio e come si è evoluta anche la nostra storia della città di Genova.

Parlando del Genoa, in genovese Zena come Genova in genovese è Zena, stai lavorando per mantenere le tradizioni linguistiche di Genova: da cosa nasce questa passione?

Guarda, quello che porto avanti è localizzato sul presente e anche sul futuro. Partiamo dalla tradizione però anche con l’intento di attualizzare certi argomenti e di far vivere la lingua con generi musicali più attuali, più moderni. È comunque un tesoro culturale, linguistico, sociale importantissimo e anche con una musicalità meravigliosa. Riteniamo che vada valorizzato: sia per quanto riguardo la musica, sia per quanto riguarda la poesia e anche per poter parlare. A volte, quando sento qualcuno dire qualcosa in genovese “a mi me scäda o cheu“.

Il genovese nella musica nasce di recente con Fabrizio De Andrè con Creuza de mä e poi da lì è nato, non subito dopo De Andrè, un filone di musica con i testi in genovese, cosa che prima non esisteva

In realtà esisteva anche prima: la musica genovese ha una storia così come la letteratura genovese. Fabrizio De Andrè ha avuto il merito di far conoscere il genovese fuori dalla regione ma anche in un modo molto poetico: ha raccontato storie che nonostante fossero in genovese è riuscito a comunicare a tutto il mondo. Questo è il suo grande merito. Comunque già prima c’è stata una storia, basti pensare a Mario Cappello, anche quelli che hanno fatto i Trilli e Piero Parodi. Insomma, è stato davvero qualcosa di importante.

A livello musicale, quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Io amo scrivere sia in genovese che in italiano. Sto portando avanti alcuni progetti sia in genovese e in italiano a livello musicale: credo che sia importante valorizzarlo sia a livello culturale e anche magari facendo degli esperimenti. Vedo che c’è un interesse crescente, in generale verso le lingue delle nostre regioni: c’è bisogno di riscoprire le radici, di ritrovarle, perché hanno un valore importante.

Invece come evento futuro immediato, c’è un derby in vista: non sei tifoso o comunque non sei così appassionato…

Sono simpatizzante di una squadra che non è di Genova e non è blasonata: ma è una piccola squadra di provincia.

Però il derby può portare strascichi in chi non tifa per alcuna delle due squadre: come vivi questo evento?

Il derby della Lanterna è sempre uno spettacolo, nel senso che vedo la passione. Quando vedo la passione genuina dei tifosi mi emoziono. E poi è una sfida sempre agguerrita: magari non c’è a volte calcio spettacolo, però ce la mettono tutta. È questo il bello del derby: lo sport che ci dice che ha senso darsi da fare per qualcosa. Poi, una volta fuori dallo stadio, si torna tutti amici: è bello bere una birra assieme abbracciandosi.

“Derby sfida sempre agguerrita, ma una volta fuori dallo stadio, si torna tutti amici: è bello bere una birra assieme abbracciandosi”

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