Derby a carte scoperte: Shevchenko con ciò che resta del Genoa

Il Grifone ha una pletora di degenti eccellenti, taluni ormai cronici e abitudinari

Shevchenko Genoa
Le indicazioni di mister Andriy Shevchenko (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il portiere è lo specchio della squadra: para ciò che è nelle sue capacità. Se essa non funziona, perché slegata o mal amalgamata, o entrambe, il ruolo che ne risente primariamente è proprio quello di Sirigu. Delle dieci parate effettuate a Torino, primato personale raggiunto con la maglia del Genoa dopo una vita tra i pali, se ne ricordano almeno quattro salva gol: assieme a Cambiaso, che ha affrontato egregiamente un terzino-ala di spessore mondiale come Cuadrado, il portiere sardo è stato l’unico a salvarsi nel fuoco incrociato dell’Allianz Stadium. La Juventus ha concluso ventisette volte contro lo specchio della porta genoana, per lo più sparacchiando da fuori area con superficialità e senza cattiveria: è stato un preoccupante bombardamento il cui risvolto positivo resta l’aver sventato una tombola di gol depressiva in vista derby. È disarmante, nel senso etimologico di senza armi, che il Genoa non abbia mai tirato in porta alla Signora, come non le succedeva da diciassette anni.

Una prestazione impalpabile non può essere figlia della canonica partita dell’anno, quella che si giocherà venerdì sera, poiché mister Shevchenko ha utilizzato obtorto collo i resti di una squadra che perderebbe, o comunque incontrerebbe grosse difficoltà, contro la squadra degli infortunati. Da Mimmo Criscito a Destro, da Fares che ha saltato sette delle quattordici partite di campionato con il Genoa, a Rovella, passando per Maksimovic (fermo dal 9 ottobre) al mai pervenuto Caicedo. É una pletora di degenti eccellenti, taluni ormai cronici e abitudinari, il cui sopravvenire dà la stura alla riflessione sulla rispettiva tenuta fisica nel girone di ritorno, quando il Genoa sarà obbligato a correre più di ogni avversario con l’ausilio di calciatori in salute e affidabili sotto l’aspetto della tenuta fisica. Le valutazioni di mister Shevchenko e dello staff sanitario rossoblù, rinnovato proprio per tale delicata ragione, avranno una forte incidenza sulle dinamiche del mercato di gennaio.

Il tecnico ucraino farà la conta dei fanti superstiti tra oggi e domani, anche perché un recuperato miracoloso – escluso Badelj da sfebbrare – non avrebbe ritmo partita e minuti nelle gambe. Non ci saranno sorprese o colpi di scena impronosticabili alla vigilia, sarà un derby a carte scoperte persino con le sostituzioni: Shevchenko ci arriva male, D’Aversa malissimo, e in regime di esonerato di fatto per mancanza di alternative accessibili, sebbene a differenza del collega genoano sia imputato di una larga dose di responsabilità relativa all’andamento deficitario della squadra. Il distacco in classifica è marcato solo da una sostanziale differenza che fa riferimento alla Salernitana, fanalino di coda della Serie A in eutanasia finanziaria: il Genoa ha perso a Salerno, gli avversari vi hanno vinto. Sarà importante approcciare il derby come la partita della vita, immedesimandosi il più possibile negli animi dei tifosi che torneranno a riempire il Ferraris dopo due anni di vuoto.

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