De Laurentiis: «Il Napoli resterà in ritiro fino a domenica»

Il presidente azzurro a Radio Kiss Kiss Napoli spiega: «Il problema arbitrale è molto complesso e serio e non vuole essere affrontato. Gli arbitri devono essere come in Inghilterra gestiti dalla Lega, tutti ben pagati e con delle multe quando sbagliano»

De Laurentiis Bari
Aurelio De Laurentiis (dalla sua pagina Twitter)

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«La squadra sarà in ritiro fino a domenica prima della partenza per le rispettive nazionali». Aurelio De Laurentiis ha annunciato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli il provvedimento che era nell’aria dopo una serie di risultati, tra cui l’ultima sconfitta all’Olimpico con la Roma, non confortanti per le ambizioni del club azzurro, prossimo avversario del Genoa in campionato. Il presidente del Napoli ha spiegato i motivi della sua decisione: «Ancelotti è un grande allenatore e un signore, non ho nessun motivo per pretendere da lui cose migliori di quelle che ha fatto. Il problema va riscontrato nel lavoro del gruppo, di amalgama, che dipende dagli stessi giocatori che devono trovare delle motivazioni. Non solo quando si affrontano Liverpool e Salisburgo, quando si gioca al livello per il quale sono stati acquistati. In quei casi abbiamo visto un’altra squadra, sulla quale tutti noi contiamo. Non può essere casuale, veniamo da un secondo posto e da tanti anni intensi».

De Laurentiis spiega che non è un ritiro punitivo, ma «se dovesse continuare questa altalena di risultati, a quel punto diventerebbe punitivo. Abbiamo tutti professionisti super pagati, bisogna essere fedeli alla maglia e saperla onorare, non ho dubbi che sarà così perché sono tutti straordinari. Non mi preoccupano i 18 punti in campionato, siamo tutte in un gruppone. Questa è una squadra che può dire ancora molto la sua».

Il presidente ha parlato anche della questione rigori: «Quando vedo subire due rigori così contro la Roma, rimango stupefatto. Manca concentrazione, quella voglia. Poi ci sono stati i problemi di infermeria, ma questo comunque capita nel calcio. A Roma c’era qualche alea di bastonatura morale perché forse non è stato riconosciuto ad Ancelotti lo status di galantuomo che è, per delle stupidità regolamentari. Le motivazioni che vengono portate sono ridicole, purtroppo nel calcio si sragiona».

Conclusione su arbitri e Var: «Si fa presto a parlare male di altri, io mi preoccupo solo di casa mia e di difendere l’onore dei nostri tifosi e della squadra. Quando si leggono tanti opinionisti che dicono tutto e il contrario di tutto, c’è molto qualunquismo in questa Italietta miserabile. Tutto può essere discusso, ma non voglio trovare alibi. Il problema arbitrale è molto complesso e serio e non vuole essere affrontato. Gli arbitri devono essere come in Inghilterra gestiti dalla Lega, tutti ben pagati e con delle multe quando sbagliano, poi si viene esonerati per quella annualità. Purtroppo abbiamo il grosso ricordo di Calciopoli, io avevo appena iniziato e rimasi turbato. Forse mi ha segnato. Oggi è difficile dare fiducia a un sistema particolare come quello. Ci sono degli arbitri su cui si può mettere la mano sul fuoco, ma come si fa a farlo con tutti? Il VAR dovrebbe essere un aiuto, ci vorrebbe un challenge per gli allenatori, uno per tempo magari. Si perde più tempo a discutere su tutte queste cose, con un arbitro che magari non sa essere autoritario in campo. È chiaro che ci sia poi un innalzamento della temperatura, non è una cosa che si risolve cacciando i cartellini. L’arbitro è una cosa che serve, deve essere l’imparzialità».

 

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